Superlega, Agnelli: "Non si può portare avanti un progetto a sei squadre"

Ore 11.10, Le parole di Andrea Agnelli: "Non si può portare avanti un torneo come la SuperLega con soli sei club - ha spiegato il presidente della Juve in risposta alla Reuters - Resto però convinto della bontà del progetto".

Ore 7.45, Agnelli al Corriere dello Sport: "Il progetto è legale, stiamo esercitando una libertà prevista dal trattato dell'Unione Europea. Il calcio sta vivendo una crisi enorme di appeal che investe le nuove generazione. Hanno inciso gli stadi chiusi da un anno".

"Uno dei problemi che hanno spinto a questo gesto è sicuramente lo scarso appeal che il calcio ha attualmente trai giovani: "Il 40% dei ragazzi tra i 15 e i 24 anni non prova interesse per il calcio. Un terzo dei tifosi mondiali segue almeno due club e spesso questi due presenti tra i fondatori della Superlega. Il 10% è affascinato dal singolo giocatore e non dal club, due terzi seguono il calcio per la paura di essere tagliati fuori".

 

Ore 7.30, Agnelli a Repubblica: “In questo progetto c’è un patto di sangue. Andiamo avanti ma siamo aperti a nuove proposte, queste le parole del presidente della Juve e vicepresidente della Superlega Agnelli a Repubblica.

Dopo il ritiro delle squadre inglesi dalla Superlega (QUI IL LINK), e la marcia indietro dell’Inter (QUI IL LINK), Agnelli non si lascia intimorire, nonostante la Superlega abbia annunciato di rimodellare il progetto, e dice: “Questo progetto può solo funzionare, potremmo creare la competizione più avvincente del mondo, portando benefici a tutto il mondo del calcio”.

 

"Il calcio sta vivendo una crisi enorme, c’è un calo di interesse influenzato dalla pandemia. Noi della Superlega crediamo che questo progetto, insieme alle partite dei campionati nazionali, possa avvicinare i tifosi, soprattutto i più giovani. Continueremo con il progetto Superlega ma il nostro obiettivo è quello di continuare a partecipare a campionato e coppe nazionali”.

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