Dal Bernabeu alla doppietta al Monumental: Alvarez decide il Superclasico
Il Superclásico si tinge di biancorosso. In un Monumental con un numero di tifosi superiore a quello consentito dalle autorità, la squadra di Gallardo rifila la prima sconfitta al Boca di Battaglia e vola al primo posto momentaneo in classifica.
Protagonista assoluto della gara è Julian Álvarez, attaccante classe 2000 che con una doppietta nel primo tempo ha indirizzato la partita terminata 2-1, con il gol al 93’ del peruviano Zambrano per gli xeneizes a rendere meno duro il risultato finale.
"Sembrava avere più di due gambe quando giocava", per questo a Calchín, nella provincia di Cordoba, i suoi amici da bambino lo chiamavano la Araña, il ragno. Quel soprannome lo ha sempre accompagnato: come emoji sul profilo Instagram e su Twitter, così come nelle esultanze quando con le mani mima il gesto di Spiderman per lanciare le ragnatele.
Attaccante centrale o seconda punta, i suoi gol sono arrivati dopo l’espulsione di Marcos Rojo, che ha tolto il Boca Juniors dalla partita dopo appena 15 minuti. L’ex United e Sporting Lisbona, nonché il giocatore con maggior esperienza a livello internazionale negli xeneizes, ha ricevuto una doppia ammonizione nel giro di 4 minuti, con il secondo giallo arrivato proprio per un fallo sul giovane attaccante del River. Il classe 2000 ha sbloccato il match al 24’ con un arcobaleno dai 25 metri che ha colto mal posizionato il portiere Rossi, prima di segnare il raddoppio al 42’ da centravanti vero: con un tocco sul primo palo su cross di Casco dalla destra e il pallone che prima tocca il palo per poi finire in rete. Una serata consacratoria per Alvarez, che all’82’ si è preso gli applausi di tutto il Monumental al momento del cambio per far entrare capitan Leo Ponzio.
'La partita della mia vita'
"È la partita della mia vita. E’ una gioia tornare dopo tanto tempo sul nostro campo con la nostra gente. Sono molto contento, perché ci era mancato tanto. Pensavamo che avrebbero potuto avere il controllo del gioco, ma c’è stata l’espulsione. Penso che abbiamo giocato una buona partita, ho segnato, ma potevamo fare qualche gol in più nel secondo tempo, dove abbiamo avuto il controllo della partita”, ha detto nel post-gara il giovane attaccante argentino, legato al River da un contratto fino a dicembre 2022 con una clausola rescissoria da 25 milioni di euro.
Una doppietta che chiude un cerchio iniziato nel 2018, col debutto a livello internazionale ai supplementari della finale di Copa Libertadores vinta al Bernabeu. In uno stadio in cui avrebbe potuto giocare con la camiseta blanca, visto che a 11 anni si era trasferito a Madrid per giocare un torneo con il Real a Peralada, in Catalogna. Ma dopo un mese nella capitale non viene tesserato perché l’età minima per il tesseramento era fissata a 13 anni. Così è tornato in Argentina e dopo alcuni provini con Boca Juniors e Argentinos Juniors, si trasferiesce al River Plate, il club di cui è sempre stato tifoso. Nel 2018 ha esordito in Prima Squadra nella sconfitta contro il Talleres per 3-1, nella quale ha segnato l’unico gol dei Millonarios e Gallardo gli ha consegnato la maglia numero 9 dopo l’addio di Larrondo.
Dopo Jadon Sanchez, nel 2021 Alvarez è il secondo giocatore U21 con più assist (15) ed è il talento più interessante del calcio argentino in questo momento. Lo ha capito Lionel Scaloni, che già lo scorso giugno lo aveva convocato alla Copa América, dopo che solo qualche settimana prima aveva segnato un gol nel Superclásico alla Bombonera, con un colpo di testa in risposta al vantaggio di Tévez. Con la doppietta realizzata ha eguagliato nella storia del Superclásico due attaccanti come: Gonzalo Higuain, ultimo a segnare una doppietta per il River nel 2006 e Martin Palermo, l'ultimo a segnare 3 gol consecutivi nel 1999. Adesso risponderà nuovamente alla convocazione della Selección per le qualificazioni a Qatar 2022, per acquisire maggior esperienza a contatto con i vari Messi, Di Maria e Lautaro, in vista di un futuro nel calcio europeo.