“Nedved jr innocente, non ha offeso l’arbitro”: le parole di un avversario
“Posso assicurare che non è stato Pavel Nedved jr a inveire contro l’arbitro. La squalifica di sei giornate è ingiusta, lui non ha fatto nulla”: parola di Matteo Calò, calciatore dell’Atletico Alpignano. Lo scorso weekend era in campo, avversario di Nedved e de La Nuova Lanzese, squadra impegnata nel campionato di Seconda Categoria piemontese.
Le polemiche in campo e la squalifica di Nedved jr
Matteo Calò è testimone di quanto accaduto nella gara tra Atletico Alpignano e La Nuova Lanzese. Avversario in campo, ma pronto a sostenere l’innocenza del figlio dell’ex vicepresidente della Juventus: “Garantisco che Pavel Nedved jr è innocente al 100%. Era stato sostituito intorno al 65′. A pochi minuti dalla fine, l’arbitro aveva assegnato una rimessa laterale un po’ dubbia a noi. Loro erano un decisamente nervosi e uno della loro panchina ha iniziato ad inveire contro l’arbitro. Ma vi assicuro che non si trattava assolutamente di Nedved jr”.
Emergono i primi dettagli sul caso che ha coinvolto il figlio dell’ex centrocampista di Lazio e Juventus. Dopo la squalifica di sei giornate, inflitta dal Giudice Sportivo per “condotta gravemente irriguardosa nei confronti dell’arbitro”, le dichiarazioni di Calò possono aprire nuovi scenari sulla vicenda: “Sono volate parole un po’ forti. Dalla loro panchina, un calciatore ha iniziato a recriminare in modo acceso contro l’arbitro, che era girato di spalle in quel momento. Il direttore di gara si è avvicinato alla panchina per prendere dei provvedimenti. Non avendo visto, solitamente vengono sanzionati l’allenatore o il capitano della squadra. Ma è stato lo stesso Nedved ad assumersi una colpa che non aveva”.
Il racconto del post gara
Il calciatore dell’Atletico Alpignano ha raccontato anche quanto accaduto nel post gara: “Io ho sentito la voce di chi stava polemizzando con l’arbitro. E non era la sua. A fine partita sono andato dall’arbitro, dicendogli che non mi sembrava giusto dare la colpa ad un ragazzo che in realtà non aveva fatto niente. Mi ha risposto che “una volta assunta la colpa, non poteva sorvolare sull’accaduto”. Lo comprendo. Negli spogliatoi, mi è stato riferito che lui comunque andrà via per un po’ di tempo e si è sacrificato per non far espellere altri compagni”.
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