Spalletti e Andreazzoli, storie di incroci e scherzi del destino

Ventotto anni. Questo il tempo che è passato dal loro primo incontro. Spalletti e Andreazzoli, Luciano e Aurelio. Amici, ancora prima che fidati colleghi, poi rivali. Allora si giocava Massese-Empoli, Serie C1. La vittoria dei padroni di casa farà entrare l’Empoli in crisi e servirà proprio Spalletti a farli risalire. Iniziava li la carriera di Luciano da allenatore. I due in realtà si erano già incontrati qualche mese prima: stessa partita, sempre un derby toscano, solo che a livello giovanile. Incroci del destino. Tra Empoli e Massa, proprio la tratta fatta da Andreazzoli in bicicletta per festeggiare la promozione in Serie A dello scorso anno.  

 

  

 

Ieri il vecchio amico Aurelio, con il suo Empoli, ha giocato a Luciano un brutto scherzo. I padroni di casa l’hanno ribaltata da 0-2 a 3-2 in 7’. Risultato? Il Napoli di Spalletti che esce dalla corsa scudetto. In modo improvviso, rocambolesco. Proprio contro quello stesso Empoli che già all’andata aveva espugnato il Maradona con un gol fortuito di Cutrone e che non vinceva in campionato da quella domenica di metà dicembre. Centotrenta giorni dopo si è chiuso un cerchio. E per quest’anno ride Andreazzoli, che in carriera ha battuto il Napoli 4 volte su 5 incontri. 

 

Ma le cose non sono sempre andate così. Già, perché nel 2017 fu Spalletti - che al tempo allenava l’Inter - a far scendere l’Empoli di Andreazzoli: 2-1 a San Siro con gol di Keita e Nainggolan. Luciano in Champions, Aurelio in B. Lo ha ricordato anche l’allenatore a Dazn dopo la partita: “Lo avevamo già fatto cinque anni fa questo giochino. Io retrocessi, lui arrivò quarto”. Oggi si è ribaltato tutto.  

 

Da Udine a Roma oltre vent'anni insieme in panchina 

Spalletti e Andreazzoli hanno allenato insieme per una vita. Da Udine a Roma. Luciano da allenatore in prima, Aurelio dietro le quinte a calmarlo. Eh si, perché uno con un carattere così, fumantino e impulsivo, devi saperlo prendere, capire e gestire. È andata avanti così per oltre vent’anni. Dalla prima esperienza all’Udinese nel 1999 alla Roma, fino alla separazione quando Spalletti ha scelto lo Zenit. Andreazzoli è rimasto a Roma come collaboratore e poi l’ha allenata nel 2016. Si sono ritrovati al momento del ritorno di Luciano in giallorosso, per poi separarsi di nuovo. Della serie: c’eravamo tanto amati.  

 

"Luciano mi vuole bene" 

Ma il loro rapporto, dentro e fuori dal campo, racconta ben altro. Una storia fatta di tante panchine condivise, moduli, idee e grandi pedalate in bicicletta. Aurelio è un gran ciclista, è appassionato da sempre e fa anche tappe da 200km. Stakanovista come indole, anche se non gli pesa. Ne in sella, ne in campo. Luciano è molto meno patito, ma sia a Udine che a Roma è sempre andato con Andreazzoli. Si racconta che gli siano venute grandi intuizioni durante quelle lunghe pedalate in bicicletta. Chiacchiere e confessioni, prima ancora di moduli e formazioni. Da amici più che da colleghi o collaboratori. Il legame resta sempre quello, lo ha detto anche Aurelio ieri nel post partita. “Luciano mi vuole bene”. D’altronde certe cose non cambiano mai. Nonostante gli incroci beffardi della vita. Tra amici è così, si risolve subito quando il legame è solido. Magari basterà una pedalata insieme. 

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