Sodinha si racconta: "Ho fatto le 6 con Ronaldinho ma ora ho la testa giusta"

"Stare a casa in questo momento è difficilissimo per tutti", parola di Felipe Sodinha. E c'è da crederci perché lui quando ha provato a stare a casa dopo aver interrotto la sua carriera calcistica è finito in lacrime ed è salito su un aereo che lo portasse dal Brasile in Italia per una seconda volta. "La lettera di Cosmi mi ha fatto pensare di tornare a giocare, perché mi veniva da piangere a guardare il campionato in tv" ha dichiarato a Casa Di Marzio, il nostro live su Instagram con i calciatori.

Il brasiliano oggi è a Modena, trampolino per sognare di tornare in Serie B, obiettivo dichiarato a 31 anni. Testa e stile di vita completamente differente rispetto a una volta "Sono cambiato, facevo una vita scorretta, ora mi sento più sicuro e ho meno infortuni. I colpi ce li ho sempre, faccio ciò che mi viene in mente, avere avuto una figlia mi ha aiutato a cambiare". 

Maturità degna di un calciatore ormai esperto, che nelle categoria di appartenenza ha fatto sempre una grande figura, con il grande rammarico di non aver sfruttato a pieno il grande potenziale. "Sono arrivato come un ragazzo umile che veniva dalla povertà in Brasile, a 18 anni ho trovato un bello stipendio e avevo tanti sogni. Alcuni li ho realizzati, volevo provare di tutto ma ero da solo e per questo ho sbagliato. Avevo la compagnia sbagliata, io provavo ad aiutare tutti e c’era chi se ne approfittava".

In tal senso ci ha raccontato un'incredibile serata a casa Ronaldinho (Leggi qui la sua storia calcistica in carcere), suo grande idolo conosciuto però in una situazione molto molto curiosa. "Io ero all’Udinese ed ero amico di Siqueira che mi ha presentato a sorpresa Ronaldinho a Milano, siamo andati a casa sua e sembrava una discoteca. Non capivo dove stavamo andando, l'ho saputo solo quando ho incontrato Dinho per le scale: è sempre stato il mio idolo, sono stato a guardarlo tutta la sera, era pieno di figa! Sono stato lì fino alle 6 di mattina e avevamo gli allenamenti alle 10 del giorno dopo".

Errori di gioventù che si è promesso di non ricommettere in carriera ora che sta tentando di rilanciarsi. "In Brasile non bevevo, qui ho iniziato a bere e fare festa, quello mi ha complicato le cose. A quell’età se non hai una struttura dietro è difficile non fare quelli sbagli".

Ora la struttura c'è, così come la possibilità di guardare al passato con il giusto senso critico. Qualche rammarico sì, ma anche tanti bei ricordi, tra cui lo storico tandem di Brescia con Caracciolo. "Con lui c'era feeling speciale, un giocatore e una persona fantastica. Sapeva già quello che doveva fare prima di ricevere il pallone" ha aggiunto Sodinha.

Compagni ma anche allenatori, tanti nella sua carriera. "Calori è stato il primo a credere in me, mi ha portato a Portogruaro e a Brescia, è stato come un padre. Ma anche Maifredi, Bergodi, Zironelli e Cosmi, che è stato un altro padre". Nella lista figura anche Antonio Conte, ma il rapporto non è stato al massimo per colpa proprio dei suoi errori. "Ho avuto Conte a Bari, ma lì ho fatto delle c*****e: quella più grave è stata quando a gennaio sono andato in vacanza in Brasile ma sono tornato con venti giorni di ritardo e il mister mi ha mandato via. Oggi mi darebbe un’altra chance perché mi alleno meglio".

Nuova testa, nuove motivazioni, stesso talento. Suola e grandi giocate, con la maturità di chi ha capito i propri sbagli: il nuovo Sodinha ormai sogna il ritorno in Serie B.

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