Dalla gioia alle lacrime. Siviglia-Roma, l'altra finale giocata dall'Olimpico | VIDEO

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Ovunque, giocatela. Era stato questo il messaggio, più che l'appello, di José Mourinho alla vigilia della finale di Europa League. Una di quelle dichiarazioni che il portoghese sapeva di riuscire a far diventare realtà. Non era la prima volta e probabilmente non sarà nemmeno l'ultima. Perché i tifosi questa finale contro il Siviglia l'hanno giocata per davvero. Ovunque. Dagli oltre ventimila che hanno seguito la squadra alla Puskas Arena ai 55.329 dello stadio Olimpico.

 

 

Un impianto senza nessuno in campo riempito di un calore e un trasporto non nuovi ma sempre puntualmente rinnovati. Che la squadra di Mourinho giochi a qualche metro da loro o a 1200 chilometri di distanza. Una partita vissuta attraverso pixel e altoparlanti con la telecronaca di SkySport, un match al quale ha partecipato ogni tifoso. Dal pre partita vissuto all'esterno, insieme, tra cori, bandiere e fumogeni. Cantando per la Roma e per i giocatori. 

Poi dentro, con i soliti 'riti' scanditi dalle note che accompagnano qualsiasi pre gara, quando la gara c'è. Il 31 maggio 2023 all'Olimpico non c'era nessuno in campo ma c'era tutto quello che la Roma è per i suoi tifosi. Dalla pazza gioia per il gol di Dybala al 35' al timore di vedere il sogno infrangersi dopo l'autogol di Mancini; e poi ancora la speranza più viva che mai ai supplementari e anche alla fine dell'extra time. Perché i calci di rigore all'Olimpico sono stati introdotti dal 'Roma Roma' che apre le partite casalinghe. Come a dire 'andiamo avanti'. Si gioca ancora, insieme, anche dagli undici metri. Anche se l'euforia del primo tiro realizzato da Cristante ha poi lasciato spazio al silenzio dopo gli errori di Mancini e Ibanez.

 

 

E poi ancora silenzio, definitivo dopo l'ultimo rigore di Montiel che ha consegnato al Siviglia la sua settima Europa League. Per la Roma è finita con una sconfitta ma anche con gli applausi, prima che l'Olimpico si svuotasse.

Applausi in direzione di quei maxischermi che hanno fatto sembrare per 146 minuti Budapest meno lontana e un bambino inquadrato in lacrime abbracciato e consolato dal padre sugli spalti meno solo. Piangeva quel giovanissimo tifoso ma non solo. Piangevano i giocatori in campo e chi dalle curve o dalle tribune ha vissuto altre sconfitte come questa. C'è stato tutto questo all'Olimpico, pieno come la più grande delle occasioni. Perché lo era. E ora? Per la Roma l'appuntamento è a domenica per chiudere il campionato e centrare un'altra qualificazione in Europa League. L'Olimpico è di nuovo pronto.

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Siviglia-Roma, la reazione dell'Olimpico: il video

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