Sheva e la prima volta a San Siro contro il suo Milan. L’emozione di tornare a casa

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Tornare a casa è una sensazione così bella che è difficile da spiegare. Per conferma chiedere ad Andriy Shevchenko, che stasera tornerà per la prima volta a San Siro da avversario. In quello che è stato il suo stadio, contro quelli che sono sempre stati i suoi colori. Otto anni, più di duecento partite e 175 gol. Numeri da capogiro. Oggi, qualora il suo tampone fosse negativo, tornerà in panchina e lo farà proprio a San Siro. La prima volta contro il Milan, che potrebbe essere anche la sua ultima da allenatore sulla panchina del Genoa. Scherzi del destino. 

 

 

Già, perché finora il cammino dell’Ucraino sulla panchina rossoblù è stato da mani nei capelli: tre pareggi e sei sconfitte in campionato. Tra Covid, assenze e infortuni sono tante le cose che non sono andate in questo mese e mezzo. L’unica vittoria della sua avventura è arrivata in Coppa Italia contro la Salernitana. Unico lampo di luce in un periodo di sole ombre. Questa sera servirà una grande prestazione per permettere a Sheva di restare sulla panchina del Genoa. Al momento è più che traballante. Il tedesco Bruno Labbadia guarda, osserva ed è pronto a sostituirlo. 

 

 

 

Sheva oggi a San Siro si gioca quindi il futuro. Proprio in Coppa, la stessa in cui 22 anni fa toccò per la prima volta quel prato verde. Allora si giocava la Supercoppa, l’avversario era il Parma e tra Sheva e i tifosi sarà amore a prima vista. Colpo di fulmine. Una di quelle storie che ti porti nel cuore per sempre. Anche stasera sarà così. Quando Andriy guarderà la curva sud, gli occhi e il suo sguardo saranno sempre gli stessi. Quelli che, anche se sono passati anni, non cambiano. Resistono al tempo e agli eventi. Forse canteranno per lui anche stasera “Non è brasiliano però che gol che fa. Il fenomeno lascialo là, qui c'è Sheva”. Ricordi. E, per ironia della sorte, proprio il Milan potrebbe mettere la parola fine alla sua prima esperienza italiana da allenatore. 

 

 

In Coppa c’è stato anche l’ultimo saluto di Sheva a San Siro. L’ultimo gol, l’ultima volta sotto la sua curva. Era il dicembre del 2008, l’avversario la Lazio. E stasera la competizione sarà la stessa. Ma il suo ruolo diverso, come anche la sua sicurezza in campo. Settantaquattro giorni da allenatore rossoblù, tanti problemi e difficoltà. Oggi è l’ultima chiamata, nel suo stadio. L’unica certezza sarà l’amore di San Siro e dei tifosi rossoneri. Certe cose, come gli sguardi o le sensazioni, non cambiano mai. Andriy lo proverà stasera, alzando gli occhi verso la curva.

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