Da Tor di Quinto a Palermo, Sforzini: "Non mi pongo limiti, in campo voglio togliermi altre soddisfazioni"
La valigia sempre in mano, ma lo spirito ancora di un giovane. Per Ferdinando Sforzini l'età è soltanto un numero: la carta d'identità dice 34 anni, la testa e la voglia dell'attaccante romano, però, dimostrano ben altro. La fame e la voglia di rimettersi sempre in gioco, i capisaldi di un attaccante partito da lontano e che ha girato l'Italia in lungo e in largo nel corso della sua carriera. Quindici squadre, quindici maglie vestite nel corso della carriera: dal Grosseto al Verona, passando per Avellino e infine Palermo. Un punto d'arrivo? Macché: "Non mi pongo limiti, sto bene fisicamente e voglio togliermi ancora tante soddisfazioni in campo - racconta a Gianlucadimarzio.com - Non sto pensando al futuro, anche perché pensando al futuro non ci si gode il presente. Ed io ho intenzione di godermelo al massimo".
Un presente con la maglia del Palermo, una sfida arrivata in pieno settembre quando Sforzini si è ritrovato senza squadra, dopo aver chiuso l'esperienza con la Cavese giocando appena tredici minuti, prima di rescindere il contratto. "Quello che è successo a Cava non importa, l'unica cosa che conta è che adesso sono qui a Palermo - spiega - Questa è una delle piazze italiane più importanti, anche in Serie D. Per trovare l'accordo è bastato veramente poco. In pochissimo tempo la società ha messo in piedi una struttura organizzativa che ci consente di lavorare al meglio. Fuori dal campo la città è fantastica così come la sua gente".
Poco tempo per trovare l'accordo, ma anche poco tempo per far innamorare i tifosi del Palermo di lui. D'altronde gli sono bastati appena trenta secondi nell'esordio casalingo contro la Cittanovese per trovare la via del gol. Una rete con una dedica speciale al figlio Marcello, con la voce strozzata in mixed zone e le lacrime agli occhi per la lontananza (il piccolo abita a Roma) di queste settimane: "Spero possa venire presto al Barbera - racconta Sforzini - non vedo l'ora".
Intanto il piccolo Marcello sta muovendo gli stessi passi del padre. Il punto di partenza è sempre la Tor di Quinto di Massimo Testa, una leggenda del calcio giovanile romano e nazionale: "Mio nonno Giuseppe mi portò da lui e gli disse: «Ho mio nipote, un regazzinaccio che giocherà in Serie A». Forse era il suo sogno, perché non so cosa vedesse in me a 8 anni, ma alla fine ha avuto ragione. Massimo e suo figlio Paolo sono stati fondamentali per la mia crescita, quegli anni sono i ricordi più belli, gli anni della spensieratezza, del calcio puro e del sogno di diventare un calciatore professionista. Mio figlio Marcello è il mio orgoglio, è tutta la mia vita. Ha un tiro molto potente per la sua età, spero diventi più forte del papà. Gli auguro di trovare la strada che lo renda felice e non importa che sia la strada del calcio".
Una strada che ha portato Sforzini a giocare in tutte le categorie italiane. Dalla Serie A alla Serie D, passando per la Serie B (dove ha collezionato 267 presenze) e la Serie C. Sempre in Italia, tranne la parentesi in Romania con il Cluj nel 2010 che lo portò a giocare in Champions League: "Pochi giocatori possono vantare questa esperienza - ammette - Sicuramente è uno splendido ricordo. Ogni esperienza fa storia a sé, non rinnego nulla della mia carriera. Nel calcio ogni ciclo ha un inizio ed una fine, l'importante è lasciare sempre un buon ricordo di sé e non avere mai rimpianti".
La testa, però, va al presente e all'avventura di Palermo. Otto vittorie in altrettante partite (unica squadra in Italia a poter vantare questo primato) e +8 sulla prima inseguitrice. L'esperienza di Avellino dello scorso anno, però, ha insegnato a Sforzini che il campionato di Serie D non è mai chiuso: "Serve isolarsi, non guardare la classifica o leggere i giornali - spiega - Oggi l'unico pensiero è il Nola, da domenica sera sarà il Corigliano e così via. Ogni campionato fa storia a sé, ma la Serie D è un campionato rognoso e contro le squadre blasonate ogni avversario dà il massimo. Ci sarà da lottare fino alla fine".
L'obiettivo è uno solo, riportare il Palermo tra i professionisti senza pensare alla possibile "sfida" interna per un posto da titolare con Ricciardo: "Non esiste una concorrenza con Gianni perché sappiamo di essere ventisette titolari - ammette - Ci sarà spazio per tutti, è fondamentale farsi trovare sempre pronti quando il mister ti chiama". Il gol, però, è sempre nella testa di Sforzini: "Non penso al numero di reti che voglio fare, ma intanto penso a realizzare il secondo". Uno spirito da giovane dentro, come quel "regazzinaccio" che a 8 anni rincorreva la palla a Tor di Quinto.
A cura di Giovanni Mazzola
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