Il sequestro, l’incubo fallimento, la rinascita da record. Palmese: “Aiutateci a finire questa D”
Lo scorso 5 settembre il calcio semi-professionistico a Palmi (provincia di Reggio Calabria) rischiò di scomparire. Un fulmine a ciel sereno a meno di 10 giorni dall’inizio della Serie D, campionato dove il club calabrese milita ormai da quattro anni (stagione in corso compresa). La Guardia di Finanza, nell’ambito di un’inchiesta ben più ampia (e che ancora non ha accertato la colpevolezza o meno dei soggetti interessati), mise sotto sequestro i beni appartenenti a un imprenditore del luogo, fino a poco tempo prima presidente dell’US Palmese 1912. Un colpo terribile anche a livello sportivo. Squadra messa sotto sequestro e gestione del club affidata a un amministratore giudiziario.
Lo spettro del fallimento dietro l’angolo, una situazione che sembrava irreversibile. Sembrava, appunto. “Nessuno ci credeva più, dopo 106 anni di storia questo club per la prima volta è stato a un passo dal fallimento. Invece abbiamo compiuto il miracolo di iniziare il campionato. Sì, perché di miracolo si tratta…”, racconta con orgoglio Nicola Esposito. 26 anni appena, una laurea in Scienze Politiche in arrivo e una vita dedicata al calcio. “Ma non dirmi qual è il mio ruolo – racconta a GianlucaDiMarzio.com – nel club, non lo so nemmeno io con precisione. Ti posso dire Direttore generale, ma faccio un po’ tutto...”. Nonostante le enormi difficoltà. (Nella foto in basso Nicola Esposito e l'allenatore della Palmese Franceschini)
“COSI’ LA GENTE DI PALMI HA EVITATO IL FALLIMENTO”
"Già prima la situazione a livello economico era critica, ma adesso… abbiamo le risorse necessarie per arrivare fino al 30 novembre. Poi? Speriamo in qualche aiuto, in un altro miracolo”. Quello avvenuto lo scorso mese di settembre grazie a una comunità, Palmi (20 mila abitanti circa), e a una tifoseria che hanno fatto quadrato. “E’ successo qualcosa di straordinario: tifosi, commercianti, persone che il calcio non lo hanno mai seguito hanno contribuito di tasca loro a farci trovare le risorse necessarie per iniziare il campionato evitando che la squadra fallisse”, racconta Nicola Esposito.
“Trasferte in pullman? Sì, ma solo grazie all’autista che ci accompagna a titolo gratuito. Se poi non abbiamo tanti chilometri da fare allora andiamo con le nostre macchine, in base alle disponibilità: 3-4 giocatori in ogni autovettura, borsoni nel bagagliaio e si parte…”. Prima però tappa al ristorante. “Grazie a quello che ci mettono a disposizione gratuitamente i commercianti: noi portiamo il cibo, i cuochi ci cucinano. Si fa gruppo, stiamo bene insieme”. E i risultati si vedono. Tanto che il miracolo da economico si è tramutato in sportivo. 6 partite disputate nel Girone I di Serie D (dove la squadra occupa attualmente la nona posizione con 8 punti): 5 pareggi e un successo. Imbattuti e con un record davvero incredibile: un solo gol subito (due quelli fatti).
LA DIFESA MENO BATTUTA D’ITALIA
Dalla Serie D alla Serie A, quella della Palmese è la difesa meno battuta d'Italia. "E pensare che abbiamo acquistato 12 giocatori in 12 ore, due giorni prima dell’inizio del campionato!”, racconta Esposito. “Abbiamo avuto la certezza di iniziare il campionato il 14 settembre, il 16 era in programma la prima di campionato. Non solo non avevamo giocatori, ma nemmeno allenatore. Nella prima giornata in panchina è andato il nostro preparatore atletico, poi la settimana successiva abbiamo contattato Ivan Franceschini che ha accettato l’incarico.”. Sì, proprio quel Franceschini ex difensore tra le altre di Reggina, Genoa, Chievo e Torino.
“La nostra è una squadra giovanissima, poi ci sono le nostre bandiere: il capitano Nello Gambi e Pasquale Trentinella, due palmesi doc, e Simone Lavilla. In rosa 5-6 giocatori non percepiscono lo stipendio”, prosegue Esposito. Che nel progetto Palmese mette anima, cuore, denaro e un impegno h24, 7 giorni su 7. Ma qual è il segreto di questa Palmese? “Semplice, non avvertiamo pressione. Giochiamo solo per divertici. Tutto quello che ci è successo ci ha fortificato. Io, comunque andrà la stagione, mi sento solo di dire grazie a tutti: giocatori, staff, tifosi, alla gente comune. Grazie”. Un sogno ad occhi aperti, ma con i piedi ben saldi per terra. “Speriamo di salvarci, ma prima ancora di riuscire ad arrivare a finire campionato. Sarebbe un miracolo”. L’ennesimo di una squadra che ha imparato a sognare.