Serie D | Lorusso ha conquistato Trastevere: "Gruppo, ambizione e Amatrice nel cuore: ecco il nostro segreto"
Il Trastevere Calcio è una di quelle realtà che ti fanno amare questo sport. Un quartiere, anzi un Rione, con la R maiuscola, più unico che raro. Un luogo in cui le culture si intrecciano senza accorgersene. La romanità più accesa si confronta ogni giorno con la globalizzazione, tantissimi turisti riempiono le strade di questo posto che sembra davvero un paesino di provincia. E invece è nel mezzo della città più bella del mondo. In tutto questo, oltre il Gianicolo, all’interno di Villa Pamphili si allena e gioca il Trastevere Calcio di Davide Lorusso, che oggi si racconta a GianlucaDiMarzio.com.
“Dove sarò tra dieci anni? In Serie B? Facciamo Serie A? L’importante però è fare un passo alla volta, senza fretta”. Sogni, e tanta realtà. Questo è Davide Lorusso, attaccante classe 1996 del Trastevere. Una stagione da urlo: 15 gol e 7 assist in ventuno presenze nel girone G di Serie D dove la squadra del Rione è attualmente al quarto posto in piena zona playoff, con due punti di vantaggio sul Latina. “Sono di Roma, cresciuto al Trullo, zona Magliana, a pochi minuti da Trastevere”. Romano e romanista, ovviamente: “Sono tifoso, ma non sfegatato. Non sono mai stato uno da curva. Idolo? Beh, Totti… quando ha smesso ho pianto come un bambino. Quando ha calciato il pallone verso la curva ho capito cos’erano il calcio e la Roma per lui. Oltre a Totti mi fa impazzire Neymar, anche come personaggio”.
E di Neymar quest’anno ha anche i numeri. Davvero prestigiosi, come il gol segnato all’Aprilia, un pallonetto delizioso ad anticipare il portiere. Ma che tipo di giocatore è Lorusso? “Sono un esterno sinistro nel 4-3-3, ma posso giocare in diversi ruoli, ho fatto anche il trequartista”. L’inizio di questo 2018 è stato spettacolare: sette gol in sette partite, non male affatto. “Sarà un anno fondamentale, voglio fare bene con questa società che mi sta dando tantissimo a livello umano e sportivo. Mister Gardini mi sta dando fiducia e la cosa mi fa piacere. Poi il sogno e l’obiettivo è fare il salto di categoria, ma un passo alla volta…”. L’anno scorso nel Trastevere giocava anche Stefano Tajarol, un’icona del calcio romano: “Purtroppo è andato via, mi ha dato una grandissima mano, avevo un ottimo rapporto con lui. Questo è il mio terzo anno qua, mi trovo alla grande. Una società seria e importante, con persone splendide. È un gruppo sereno, in cui i più grandi ed i più piccoli stanno bene insieme”.
Un gruppo che lo scorso anno ha vissuto una stagione davvero particolare, ricca di emozioni. Su tutte la mancata promozione, annusata per tutto l’anno e sfumata all’ultima giornata a favore del Bisceglie: “L’anno scorso giocavo di meno, ma ho fatto comunque dieci gol. È stata una delusione sì, ma abbiamo fatto un campionato pazzesco e inaspettato in cui puntavamo a salvarci. Alla fine è più la soddisfazione del rammarico, quest’anno invece puntiamo ai playoff, vedremo…”.
Trastevere è una società storica per il calcio romano, lo stesso Francesco Totti ci ha giocato da giovanissimo. E Lorusso è passato da Trigoria: “Ho fatto le giovanili della Roma per tre anni, fino ai quindici, mi allenavo proprio lì, a pochi metri dal mio idolo”. Destini incrociati? Intanto però Davide non vuole fare il passo più lungo della gamba, lo ripete più volte. Non è paura, è avere la testa sulle spalle, cosa non scontata per un ragazzo di ventuno anni. Lo stesso ragazzo che insieme ai suoi compagni ha toccato con mano la tragedia di Amatrice. Sergio Pirozzi, ora candidato alla Regione Lazio ed ex sindaco di Amatrice, era l’allenatore del Trastevere fino a quel maledetto 24 agosto 2016, il giorno in cui la vita di troppe persone cambiò. Dopo il terremoto, Pirozzi lasciò la squadra nelle mani di Aldo Gardini. I suoi ragazzi però non hanno mai dimenticato quel ritiro estivo, a pochi giorni dal disastro: “Mi sono portato dietro un’esperienza che non dimenticherò. Non era un paese, era una famiglia, ci conoscevano tutti, ci portavano le cose la mattina prima dell’allenamento. Siamo tornati dopo il terremoto, non c’era più nulla. È stato orribile”. Al Trastevere Stadium c’è ancora lo striscione “Amala Amatrice Amala”, perché questi ragazzi non lo dimenticheranno mai. Ovunque andranno. E Davide Lorusso spera di andare davvero lontano, con Amatrice sempre nel suo cuore.