Bitonto, parla bomber Patierno: “Ho pianto per la mia città, ora non mi fermo più”

Da Bitonto al Bitonto. Una storia, una carriera nata nella cittadina pugliese il 1° marzo del 1991 e ricominciata nello stesso luogo precisamente nell’estate del 2017. Nel mezzo? Anni di esperienze, sogni infranti e lacrime. Protagonista? Cosimo Patierno. Oggi attaccante del Bitonto, domani chissà. Ma riavvolgiamo il nastro. Un nome proprio, il suo, molto diffuso in Puglia per via della devozione ai Santi Medici, ai quali sono dedicati vari santuari. Eppure a Bitonto di Cosimo conosciuto da tutta la città c’è ne uno solo. Anzi "Kikko", come viene chiamato da compagni di squadra, amici e tifosi. Un bambino calmo, ma con un sogno nel cuore: “I miei genitori mi dicevano sempre che ogni volta che andavamo in un posto prendevo a calci qualsiasi cosa. Il calcio è sempre stata la mia ragione di vita”. Cresciuto a pane e pallone, ha lasciato casa molto presto prima per andare a Bari prima, poi due anni a Ravenna: “Ricordo che ogni volta che andavo via da casa piangevo. Quando finivo di giocare pensavo sempre se ne valesse la pena vivere così lontano dai miei affetti”. La carriera di Cosimo è l’emblema di chi ha basato tutto sui principi, sul lavoro e sul sacrificio: “Io non ho mai mollato, anche quando le cose andavano male”. Una vita vissuta sui campi di Serie D, nonostante il suo talento e le annate caratterizzate sempre da tanti gol : “Sinceramente non capisco come mai non abbia fatto il salto di qualità. Spesso ci penso quando sono solo. Forse i tempi non erano ancora maturi”. Una la scelta che non rifaresti? “Quando ero in C a Teramo, in quel momento avrei dovuto capire che non sarebbe stato il caso scendere di categoria”.


Per Cosimo tutto cambia nel dicembre del 2016: quando accetta l’offerta del Nardò in Serie D. 15 gol in 15 partite. Tutti lo cercano, tutti lo vogliono: “Mi sentivo pronto, era il momento giusto”. Il ritorno tra i professionisti è all’orizzonte, ma a prevalere sull’ambizione c’è l’amore per la sua famiglia: “Avevo una bimba di 15 mesi e mia moglie era in dolce attesa, così decisi di ascoltare l’offerta dell’Omnia Bitonto”. Serie? Eccellenza! L’attaccante ci confessa: “Inizialmente andai a parlarci quasi per gioco, poi mi colpì il progetto e le persone squisite che c’erano dietro. Così alla fine prevalse il cuore e il voler stare vicino alla mia famiglia”. Da lui ci si aspettava tanto, eppure l’inizio non fu assolutamente in discesa: “Pensavo di spaccare il mondo”. Invece...: “Non riuscivo ad essere me stesso in campo. Non rendevo per quelle che erano le mie aspettative e quelle della società. Spesso piangevo a casa. Sapevo che stavo deludendo il presidente, i miei compagni e la città, oltre che me stesso”. E’ stato questo il momento peggiore della sua carriera, e infatti ci confessa: “A dicembre pensai di lasciare. Temevo che l’anno successivo continuando così avrei fatto un ulteriore passo indietro”. Poi cosa è cambiato? “Ho capito che avevo preso la categoria nel modo sbagliato. Il problema era tutto nella mia testa. Devo ringraziare il presidente, la mia famiglia e tutta l’Omnia. E’ soprattutto merito loro se ho ricominciato a fare gol”. A fine anno arriva la promozione, nella sua città: “Giocare nella mia città è una responsabilità in più. Vincere ha un sapore speciale”.


Un’annata, quella attuale, partita nel migliore dei modi, e che l’ha definitivamente consacrato nel panorama calcistico della Serie D. Il suo Bitonto è al quarto posto in classifica, nel Girone H di Serie D. Lui è il capocannoniere del raggruppamento: “I primi mesi sono andati molto bene, il nostro obiettivo all’interno dello spogliatoio sono sempre stati i playoff”. Poi ricorda: “A Gennaio ho avuto tante richieste dalla Serie C. Non dormivo la notte perché non sapevo se questo treno sarebbe passato di nuovo. Ho deciso di restare per non tradire il presidente, la società e la mia città”. Proprio domenica, Cosimo è salito a quota 21 reti in stagione. 101 da quando è in attività: “E’ stata una grande soddisfazione. Ma tanti sono i gol che dovrò ancora fare”. Poche settimane, poi sarà il momento di tirare le somme: “Mi sento forte. Sono pronto. Non ho paura di affrontare qualunque avversario e categoria. Adesso sono consapevole di essere maturo”. Il futuro? “Intanto chiudere al meglio questa stagione. Poi ho già parlato con il presidente. In D non tradirei questa società e questa città, ma sono consapevole che se avessi la possibilità di salire di categoria il presidente sarebbe felice per me”. Dove mi vedo a breve? “La mia priorità è tornare tra i professionisti. Il mio lavoro è fare gol, so che facendone tanti nulla mi è precluso”. Un sogno? “Giocare nel Bari. Sarebbe bellissimo”. Infine sottolinea: “Vorrei esaudire il desiderio di mio padre che sarebbe orgoglioso di vedermi giocare in B. Ho un’ambizione sfrenata. Voglio una grande piazza”.

Salutiamo Cosimo, chiamato in sottofondo dai suoi figli. Esempio di come il calcio non è una scienza esatta, ma lavoro, sacrificio e talento alla fine vincono sempre.

 

Credits Anna Verriello, fotografo ufficiale Bitonto Calcio

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