Potenza-Spal A/R, Murano si racconta: “Dall’incubo all’adrenalina...”

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Con in tasca un biglietto da 37 reti in Eccellenza, Jacopo lascia nel 2014 la sua Potenza: Monopoli, Grosseto e Recanatese le tappe che hanno portano poi Murano alla fermata più importante, quella che nel 2017, dalla banchina del calciomercato estivo recitava: “Treno in partenza per Ferrara dal binario 11”. Il ‘Samurai’ - come lo battezzarono agli esordi i supporters - approdava così a Ferrara, sponda Spal. Dalla C alla Serie A in un batter d’ali: fu il coronamento di un sogno cullato sin da bambino. 

Subito, allora, il prestito al Trapani in Serie C per ‘farsi le ossa’. È una prova di maturità, ben superata dall’attaccante (10 goal in 33 presenze): Murano può ora far ritorno nuovamente a Ferrara per giocarsi al massimo le proprie chances. Il cuore, però, ha davvero ragioni che la ragione non conosce: un’anomalia cardiaca, riscontrata durante le preparazione precampionato nell’estate 2018, impone a Jacopo uno stop forzato. La lontananza dai campi di gioco, l’idoneità fisica che tarda ad arrivare dal CONI colorano di tinte fosche i mesi successivi, terribili: la risoluzione con la Spal e la conseguente lotta, estenuante, per ritornare quanto prima ‘in partita’.

«Quello stesso cuore rigonfio di libidine all’idea di poter finalmente giocare le mie carte nella Spal - confessa il bomber potentino -, mi aveva tradito, costringendomi a restare lontano dal campo. Per diversi mesi ho sofferto come non mai, ero carico di un’adrenalina che non potevo scaricare, scalpitavo aspettando quell’idoneità che, finalmente, arrivò poi solo in autunno. Era la fine di un incubo». Dopo il silenzio di tanti nei mesi di maggiore sofferenza, arrivarono subito, appena dopo l’idoneità, cascate di chiamate. 

«Perché tra le diverse opzioni ho scelto Potenza? È stata una scelta di cuore, senza alcun dubbio. L’idea di rientrare in quegli spogliatoi lasciati anni fa, di riannusare quei sapori che la sola vista del Viviani sa offrirti, ebbero la meglio su ogni altro tipo di ragionamento, economico o tecnico. Il cuore - ricorda Murano - desiderava solo riappropriarsi della sua casa, Potenza, là dove aveva imparato a gioire e soffrire». Nessun dubbio, nessuna reticenza o paura d’essere nemo propheta in patria: «Ero perfettamente consapevole del rischio di finire con estrema facilità nel mirino della critica. È così quando giochi nella tua città, quando le aspettative su di te sono elevatissime: un’intera piazza consegna sulle tue spalle le proprie aspettative, i propri sogni. Questo però mi esaltò e non certo mi mise del terrore addosso - commenta sorridendo Murano. Grazie anche alle parole di incondizionata stima del Presidente Caiata - il quale volle fortemente che io tornassi, a dispetto di tutte le perplessità espresse sul mio conto, sulla mia tenuta atletica - e alla vicinanza di mia moglie e della mia famiglia, non ho avuto alcuna remora a dire sì, a prendere il treno di ritorno, direzione Potenza». 

Omnia vincit AmorQuest’anno, con due delle sue sei reti complessive, Jacopo Murano ha aperto e chiuso il girone d’andata da sogno del suo Potenza, tutti e due al Viviani, siglati, rispettivamente, contro Casertana e Paganese. La rete dello scorso 25 agosto, in particolare, è valsa molto più dei primi tre punti della stagione, ha significato, soprattutto, il ritorno liberante al goal. Dopo più di un anno. I mesi tormentati, patiti e vissuti con lo spirito del Bomber mai arrendevole, sono passati velocissimi davanti agli occhi di Jacopo, come un time lapse in super HD: stacco imperioso di testa nel ginepraio di maglie casertane, il pallone che agguanta la rete e il cuore..riprende il suo battito. La Ovest, impazzita, può riabbracciare finalmente il suo paladino, il fratello, il cugino..l’amico di sempre. Potenza 1, Casertana 0. Game, set, match. Finale tra l’altro analogo a quello della pellicola andata in onda lo scorso 15 dicembre in occasione di Potenza - Paganese, sempre al Viviani. Sempre con il Samurai in rete.

«Puoi immaginare quanto vuoi il momento in cui tornerai a segnare - sorride Jacopo - , ma quando poi accade, ogni immaginazione cede il posto alla realtà, alla splendida realtà: con la Casertana, dopo la rete, non sapevo cosa fare, cosa provare. E allora mi sono ‘rifugiato’ ai piedi della curva, dove sapevo che l’onda del tifo avrebbe incontrato e abbracciato lo tsunami emotivo che mi stava sconvolgendo”. Ora c’è una girone di ritorno da continuare a vivere da protagonista e, a detta del numero 11, magari continuando a segnare in modalità A/R, sognando di segnare per portare il Potenza in...«Meglio non dire dove - ammicca congedandosi Murano -, ma sicuramente il più in alto possibile». Un cuore, quello di Jacopo, matto sì, certo, ma da segnare, e che - a Potenza lo hanno imparato - ha ragioni che la ragione non conosce.

A cura di Giovanni Caporale

Foto di Michele Salvatore

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