Benevento, dalla promozione in Serie A all’addio: Baroni contro il suo passato
“La sfida più bella è rendere un sogno realtà”. Parola di Marco Baroni. L’ex allenatore della Primavera della Juventus si presentò così nell’estate 2016 come nuovo allenatore del Benevento. Nessuno però si sarebbe aspettato ciò che poi materializzò: la promozione in Serie A. Baroni è così: silenzioso. Pacato. Uomo che osserva prima di parlare, per sua stessa ammissione, ma dannatamente ambizioso. Confessò poi in esclusiva per gianlucadimarzio.com: “Al momento della firma chiesi al presidente di inserire il premio per la promozione. Non avrei mai accettato Benevento solo per salvarmi”. Un veggente? No. Forse meglio dire uno stregone, nella città delle streghe, capace di realizzare l’incantesimo perfetto. Condottiero silente e mai sopra le righe, viveva la città con discrezione e riservatezza. Appena poteva tornava nella sua Firenze, da sua moglie Patrizia, compagna di una vita. Un solo dogma: allenarsi al massimo, perché solo allenandosi al meglio si possono ottenere risultati importanti. La pensava così anche da calciatore, quando era considerato la parte operaia del Napoli di Maradona. Servì però un suo gol di testa contro la Lazio per regalare il secondo scudetto agli azzurri.
Tre i momenti che porta nel cuore della sua esperienza giallorossa: il primo allenamento al Ciro Vigorito. Al termine della seduta confidò al suo staff: “Voglio vedere questo stadio pieno”. Poi la partita tra Benevento e Frosinone che di fatto regalò gli spareggi alla strega. Baroni entrò negli spogliatoi prima della partita e disse ai suoi ragazzi: “Portatemi ai playoff, io vi porterò in Serie A”. Detto, fatto. La rete di Ceravolo al 94’, adesso attaccante della Cremonese, si rivelò fondamentale: “Quel gol cambiò il nostro destino”. Infine, ovviamente, la finale playoff con il Carpi che consegnò al Benevento la Serie A. Cosa fece Baroni al termine della partita? Andò a mangiare una pizza con la moglie a Napoli. Proprio lui, l’uomo della storia. Mentre Benevento in sottofondo impazziva di gioia. Poi una Serie A vissuta a metà e suo unico rimpianto della carriera. Un addio amaro e troppo veloce, per colpa di quei risultati che non arrivavano. Eppure Benevento l’ha sempre ammirato e seguito. Lui che è entrato di diritto nella storia della società giallorossa.
Domani tornerà nello stadio che lo ha consacrato come allenatore. L’ultima maschera da togliere sarà quella della nostalgia e dei ricordi. Indelebili. Vedremo come gli occhi di Marco reagiranno all’applauso inevitabile del Ciro Vigorito. Poi il fischio d’inizio segnerà la linea di demarcazione tra ciò che è stato e quello che sarà. Baroni alzerà gli occhi e guarderà avanti, alla ricerca di un nuovo sogno da realizzare.