Serie A sempre più 'millennials', Vignato esordio con il Chievo. Totti scherza: "Vuoi 10 dei miei anni?"
Fratino arancione, maglia e pantaloncini del Chievo ma un viso che fa trasparire l'età di un bambino più che di un uomo. È bastata una corsetta fianco a fianco con Francesco Totti per far scattare la domanda al capitano della Roma: "E tu chi sei?". "Un ragazzo del Chievo, Emanuel Vignato. Sono del 2000“. Alla notizia il capitano giallorosso si è girato verso Nainggolan e con la solita ironia ha commentato: “Sembra che ha 12 anni“. Infine una battuta con il ragazzo, per stemperare l'emozione evidente del giovane calciatore: “Te ne puoi prendere 10 dei miei?“. È iniziata così l'avventura in Serie A di Emanuel Vignato, ala classe 2000 del Chievo Verona. Al cospetto di un icona del calcio italiano. Ancora prima di entrare, si è prima scaldato accanto a Totti, poi ci ha scambiato qualche battuta e infine ha fatto il suo esordio assoluto un minuto dopo l'ingresso in campo del capitano giallorosso. Un sogno.
Se fino a pochi mesi fa l'esordio in Serie A per i calciatori comunemente chiamati 'millennials' equivaleva ad uno scatto epocale (nel vero senso della parola), ormai, con Vignato, la lista degli esordienti nati dopo l'anno 2000 si è allungata a quattro giocatori, diventando quasi la normalità. Primo fra tutti è stato Moise Kean della Juventus, anche lui classe 2000, che a novembre scorso ha sdoganato il concetto di 'millennials' applicato al calcio professionistico. Un mese dopo è toccato al genoano Pellegri, classe 2001, che si è preso anche lo scettro del più giovane esordiente della serie A, debuttando a soli 15 anni, 9 mesi e 5 giorni. La scorsa settimana il terzo caso, con il classe 2000 del Palermo Gennaro Ruggiero lanciato nella mischia da Bortoluzzi. Oggi Vignato. I duemila stanno diventando sempre più la normalità, un fatto generazionale preventivabile che ormai non stupisce più. O almeno non dovrebbe. Ma se ti chiami Totti e vedi scaldarsi accanto a te un ragazzo che ha solo 5 anni in più di tuo figlio, forse non è ancora tempo di normalità, ma solo di stupore... paterno.