Serie A | La Top 11 dei migliori under 23 del 2017

i>Un altro anno sta finendo anche per la Serie A. Il 2017 è stato fondamentale per la storia del calcio italiano. Un'eliminazione dal Mondiale che brucia ancora, ma anche tanti talenti emersi e con voglia di arrivare. Finalmente abbiamo visto nascere e imporsi alcuni giovani italiani, di prospettiva e qualità. Alcuni si sono confermati, altri sono saliti sulla famosa altalena degli “alti e bassi”. Oltre agli italiani abbiamo visto formarsi anche giovani stranieri di belle speranze, che hanno fatto grandi i loro club, e ora sono sorvegliati dagli 007 delle big di tutta Europa. E arrivati alla fine dell'anno bisogna fare dei bilanci. Guardarsi indietro e prendere delle decisioni per l'anno che verrà. E allora, noi di gianlucadimarzio.com abbiamo stilato una Top 11 tutta estro e fantasia di giovani Under 23 che in questo 2017 hanno fatto vedere di poter fare il salto di qualità: da stelline a... stelle!


Donnarumma

'Gigio' forse è stato più di tutti il simbolo degli under 23. Un ragazzo molto giovane, classe 1998, eppure già veterano. In tutti i sensi. Uomo copertina per lunga parte del calciomercato estivo del 2017, ma non solo. Esordio in nazionale maggiore, Europeo Under 21 giocato da titolare e da protagonista. Un grande giovane. A 18 anni vanta già quasi 100 presenze con la maglia del Milan. Un futuro da predestinato e di responsabilità. L'eredità di Buffon sulle spalle e le molte critiche ricevute che lo stanno rendendo uomo prima ancora di avere il tempo di diventarlo. Perché lui la maturità non ce l'ha ancora, a scuola, ma in campo ha dimostrato di avercene e tanta. E' stata la bella conferma Under 23 di questo 2017. Continua così!




Conti

Sfortunato, sfortunatissimo proprio alla fine di quest'anno. Protagonista assoluto dell'Atalanta dei 'Miracoli' di Gasperini. 8 gol la stagione scorsa, di cui 7 solo nel 2017. Fantastico. Considerate se questo è... umano, per uno che di mestiere fa il terzino destro. Poi ciliegina sulla torta. La chiamata della sua squadra del cuore, il Milan. Partito fortissimo, rotto prestissimo. Purtroppo la sfortuna si è accanita impietosa su di lui, ma non abbiamo dubbi che nel 2018 tornerà più forte che mai. Crederci sempre, mollare mai!




Caldara

Altra bella scoperta dell'Atalanta e di Gasperini. Un difensore coi contro... fiocchi. Sa segnare e sa difendere. Alcuni dicono come Nesta, ma forse perché quel numero 13, sulla maglia, un po' lo ricorda, ma lui è modesto e dice di difendere come.. Caldara. Maturità. Lui si che ce l'ha e anche quest'estate nell'Europeo di categoria lo ha dimostrato. Coppia con Rugani e solidità impressionante. La Juve lo ha già bloccato. Dal prossimo anno sarà suo e non vede l'ora. Giovane e talentuoso. Un mix perfetto. Ne siamo certi, se il 2018 gli regalerà la grande opportunità Juventus sarà pronto e preparato. Senza limiti.




Barreca

Come Conti, diverso da Conti. Inizio dell'anno benissimo, una scheggia impazzita che manteneva una velocità costante. Metro dopo metro. Instancabile. Tanto da guadagnarsi la fiducia di Mihajlovic che lo ha schierato spesso e volentieri titolare. Poi qualche problema fisico di troppo lo ha limitato come il suo compare, Conti. Chiederà a Babbo Natale un po' di continuità in più che ultimamente scarseggia. Non per colpa sua, sia chiaro. Ma sulla sua fascia c'è bisogno di ricambio generazionale. Lui è giovane e ha voglia di tornare nel 2018 si confermerà. Affamato.




Milinkovic-Savic

Che giocatore. Impressionante. Una stazza da 'orco' e una tecnica da 'Fata Turchina'. Qualità e quantità. Domina sempre in mezzo al campo ed è dotato di un ottimo tiro dalla distanza. Va da sé che mezza Europa abbia contattato Tare e Lotito per chiedere informazioni. Un giocatore così non è appetibile, fa proprio venire appetito. Qualsiasi squadra lo vorrebbe, ma ora è alla Lazio, sta bene e vuole continuare qui. Nel 2017 è stato semplicemente... dominante. Anche se la porta ha cominciato ad inquadrarla meglio dall'inizio di questa stagione, gli assist al pennello per i suoi compagni, invece, hanno sempre fatto parte del catalogo della ditta Savic. L'Orco in smoking.




Cristante

Alzi la mano chi a gennaio del 2017 pensava che l'Atalanta e Gasperini si fossero presi un bell'impegno acquistandolo. Tutti. Ora abbassi la mano chi credeva in questo ragazzo. Pochi, ma per fortuna chi doveva crederci erano Gasperini e l'Atalanta e lo hanno rigenerato. Un centrocampista moderno. Perché? Può fare il centrale, la mezz'ala o addirittura giocare dietro alle punte. Onnipresente. Addirittura quando segnava gli si imputava di farlo solo di testa. E lui cosa ha fatto? Ha cominciato a fare gol anche di piede. Maturità da leader: livello sbloccato. E' il centrocampista italiano più prolifico del 2017. Il migliore. Si è ritrovato. Un patrimonio da custodire anche e soprattutto per il futuro della Nazionale che verrà. E' stato l'esempio del... testa bassa e lavorare!




Torreira

Non potevamo non schierarlo. Il folletto del centrocampo di Giampaolo che stravede per lui. Un centrocampista di quantità che ha fatto vedere di saper anche segnare. Gambe da toro e polvere da sparo nei piedi. Giocatore totale. Per i San Tommaso ci sono le parole di Giampaolo che lo incoronano: Se Torreira fosse alto 1,80 oggi costerebbe già 100 milioni e sarebbe considerato fra i registi più forti del mondo. Gioca corto e lungo, recupera palla e riavvia la manovra, sa sempre dove casca il pallone. Andrà in un grande club che non si preoccupa tanto della statura”. Candelotto di dinamite.




Zielinski

Il 2017, per lui, è stato l'anno della consacrazione. Non ha ancora trovato la maglia da titolare e per ora si accontenta della tuta corta in panchina. Quasi sempre il primo ad entrare. Quel geniaccio di Sarri lo vede bene ovunque. Il prezzemolo di Napoli. Dove lo metti sta. E nelle ultime partite dell'anno lo abbiamo visto anche in modalità ala sinistra. Parla poco, ma in campo si sente. Un giovane con i colpi del campione e la posizione in campo di un veterano. Ascolta Sarri e obbedisce. A Babbo Natale chiederà una maglia da titolare, ma intanto fa vedere di poter essere fondamentale anche a partita in corso. Unico e indispensabile.




Chiesa

Un cognome importante, magari per qualche tifosi 'viola' anche divino. Si è preso la Fiorentina e le sue qualità lasciano a bocca aperta. Ha iniziato il 2017 come aveva finito il 2016, giocando. Da titolare o da subentrante prima con Sousa e ora con Pioli che non riesce a farne a meno. Più forte lui o il papà? Chi lo sa. Lui intanto apprezza il paragone, ma tira dritto. Lui è lui. Classe 1997 con licenza di essere un leader per la Fiorentina che in estate ha cambiato e tanto. Ma lui è rimasto. Un 2017 di conferme, l'Europeo con l'Under 21 e la consacrazione perché ora tutti lo vogliono, ma lui si fa desiderare. In questo momento ha solo la sua Fiorentina nel cuore, nel 2018 vedremo. In ogni caso il suo talento è stato una piacevole scoperta: per chi sogna di rivedere una nazionale di talento e grandi nomi, non può non pensare anche a lui. E' tutto il suo papà.




Schick

Bello e bravo. Un talento esploso per caso, forse. A parte i facili umorismi sul suo cognome (giocatore Schick-oso) bisogna ammettere che l'eleganza c'è. Protagonista nella Sampdoria di Giampaolo e con la nazionale ceca all'Europeo Under 21 è stato fermato da qualche problema fisico di troppo. Si è perso e si è ritrovato. Smarrito tra le chiacchiere di calciomercato, ma alla fine con pazienza è tornato e si sta prendendo la Roma. Se nel 2018 continuerà a dimostrare di poter confermare gli 11 gol e 5 assist della passata stagione, allora, signori e signore, avremmo in Italia un fenomeno. Il suo talento può giustificare i 40 milioni spesi dalla Roma per accaparrarselo, se confermerà quanto di buono fatto, saranno anche pochi. Giovane ed elegante.




Bernardeschi

Talento fatto e finito. A 20 anni a Crotone si è lanciato, a 22 ha trovato la sua dimensione a 23 si è consacrato. La Juventus ha investito tanto sul suo talento. Un 2017 da protagonista e un Europeo Under 21 che quasi vinceva da solo. Giocatore pazzesco. Tecnico e veloce. Nel 2017 lo abbiamo ammirato anche per la personalità. Arriva alla Juve e si propone per la maglia numero 10 – una cosetta – la società decide poi di non dargliela, ma non perché non ha le qualità per indossarla, ma perché deve guadagnarsela. E lui? Risponde tranquillamente: “Giusto così”. Chapeau. Carattere forte e voglia di arrivare. Lui figlio di un cavatore è la rappresentazione che se ci si crede si arriva. Un po' la sintesi del suo 2017 che lo ha portato ad esordire anche in Champions League. Il futuro è di... Brunelleschi. Google Privacy