Gravina: "In Italia c’è chi non vuole giocare per non pagare stipendi"
Ore decisive per la ripresa del calcio italiano: a breve infatti andrà in scena il confronto tra i vertici del mondo del pallone italiano e il Ministro dello Sport Spadafora dal quale con ogni probabilità emergerà la data di ripresa del campionato.
“La nostra esigenza di ripartenza è consacrata all'interno del nostro dna: ci chiamiamo Federazione Italiana Giuoco Calcio. Per me è stata una parentesi di grande tristezza, e lo farò presente, constatare che nel mondo del calcio alcuni facciano di tutto per non giocare, convinti che così non pagherebbero alcune mensilità ai propri tesserati", ha ammesso il presidente della FIGC Gravina all'evento 'Lo sport oggi: dall'emergenza alla ripartenza organizzato dall'Università di Bologna e dalla rivista Diritto dello Sport.
"È un gioco perverso quello di una società che non vuole giocare per limitare i danni. Tutto questo mi ha convinto a portare avanti questa battaglia. So quanti italiani pensano che non si debba giocare: capisco che sarà triste vedere le partite a porte chiuse, ma se riparte l'economia del nostro Paese non può non ripartire una delle sue industrie più importanti", ha aggiunto Gravina.