Serie A, dove eravamo rimasti? Il Torino e una salvezza inaspettata
25 partite da giocare, sarà la prima squadra a scendere in campo alla ripresa della Serie A. Il Torino non può essere contento della sua situazione: era partito con l’Europa League, si ritrova a fronteggiare una corsa alla salvezza: 27 punti, figli di 8 vittorie, 3 pareggi e ben 14 sconfitte, che la rendono la terza squadra più battuta del campionato. Niente Coppa Italia: è uscito ai quarti contro il Milan. Dovrà faticare, con un allenatore (semi)nuovo.
Qual era la situazione al momento della sospensione?
Le sconfitte consecutive sono cinque. Sei, se si conta la Coppa Italia. Nel mentre, un esonero: via Mazzarri, dentro Longo, un allenatore poco esperto di Serie A ma espertissimo di ambiente granata, avendo lavorato e con grande profitto nelle giovanili. Il suo apporto però ancora non si è visto: il Torino perdeva prima, ha continuato a perdere anche dopo. E pensare che ad agosto era riuscito a ottenere l’Europa League, uscendo però contro il Wolverhampton nei turni preliminari. Con il precedente allenatore, il rendimento è stato altalenante ma la sconfitta per 4-0 subita contro il Lecce a inizio febbraio, ha fatto precipitare le cose. E ora si riparte, con una rosa corta e un gruppo da recuperare soprattutto nella testa.
Com’è adesso?
Il lavoro di Longo è stato meticoloso: sta pensando a una variazione di modulo, ha insistito molto sull’unità di gruppo, vuole lanciare anche tanti giovani, vista l’esiguità della rosa. Insomma, una piccola rivoluzione prima della ripresa: dalla difesa a 3 (il 3-4-3 resta il modulo base), a una a 4, con il 4-3-3 o il 4-4-2, riproponendo il duo Belotti-Zaza davanti. Durante il lockdown, non sono mancati i lavori di gruppo, via chat: un modo per tenere unito lo spogliatoio, per riazzerare le difficoltà e ripartire. E poi è arrivato anche un nuovo direttore sportivo: Vagnati. Subito un lavoro a stretto contatto con Longo (che si gioca la permanenza) per recuperare l’unità di un gruppo che ha voglia di riprendersi. Ci sono però dei problemi: Baselli si è operato al crociato e ha terminato la stagione, Verdi ne ha almeno per un altro paio di settimane post lesione muscolare, Ansaldi e De Silvestri non sono al meglio. Ecco che l’ipotesi di un cambio modulo aumenta sempre di più, puntando sulla freschezza di giovani come Singo, Adopo, Millico e Edera, quest’utlimo ben conosciuto da Longo fin dai tempi della Primavera.
Cosa serve per un finale di stagione di successo?
Il Torino ha bisogno di almeno 13 punti per la salvezza. 13 punti in 13 partite, non è un obiettivo così complicato. Ma la vera sfida per Longo e per il gruppo è far vedere che molti giocatori hanno reso poco, prima, ma che adesso sono pronti a fare la loro parte. C’è Verdi da recuperare, per esempio: è l’acquisto più oneroso della storia del Torino, ma non ha fatto bene. E poi c’è Zaza, altro giocatore da rivalutare. In un’annata comunque da dimenticare, il finale di stagione di successo si può avere dal riscatto di molti, prima di tornare a programmare.
Chi si è distinto durante la quarantena?
Da parte di società e squadra, le iniziative sono state tante. Il Torino si è impegnato nella distribuzione di pacchi alimentari ai più bisognosi o al regalo di colombe pasquali ai bambini del reparto oncologico di Casa Ugi. Un gruppo di giocatori ha donato quattro ventilatori al reparto di terapia intensiva dell’ospedale Maria Vittoria di Torino. Non sono mancate le iniziative singole di raccolta fondi: Rincon, Baselli, Djidji, Zaza e Izzo. Tutti hanno cercato di contribuire, chi in pubblico, chi silenziosamente.
Chi può essere il giocatore chiave?
Fascia di capitano, esultanza da “Gallo”: è Andrea Belotti. La risposta è quasi scontata, ma come può non essere considerato l’uomo chiave? Ha segnato finora 9 reti, è il capocannoniere della squadra ed è il trascinatore del gruppo. La doppia cifra è lì, ma Longo vuole risparmiargli kilometri in campo per lasciarlo il più possibile vicino alla porta, dove può far male. Belotti è un simbolo per tutti: i compagni si aggrappano a lui, i tifosi lo individuano come l’uomo della possibile ripartenza. E lui, come Sirigu, è pronto a caricarsi la squadra sulle spalle. Servirà a tutti.
Serie A, il calendario del Torino
Torino-Parma 20 giugno 19.30
Torino-Udinese 23 giugno 21.45
Cagliari-Torino 27 giugno 19.30
Torino-Lazio 30 giugno 19.30
Juventus-Torino 4 luglio 17.15
Torino-Brescia 8 luglio da definire
Inter-Torino 13 luglio 21.45
Torino-Genoa 16 luglio 19.30
Fiorentina-Torino 19 luglio da definire
Torino-Verona 22 luglio da definire
Spal-Torino 26 luglio da definire
Torino-Roma 29 luglio da definire
Bologna-Torino 2 agosto da definire