"Non poteva fare il portiere, oggi lo chiamano Ter Stegen". Empoli, ecco Seghetti

"Debuttare così è un sogno. Non ho altre parole per descrivere quello che è successo". Jacopo Seghetti trasuda emozione nel post partita di Torino-Empoli di Coppa Italia. Il classe 2005 ha appena sigillato il passaggio del turno degli azzurri con una parata clamorosa al 93' su un colpo di testa di Maripan. Puro istinto, come quello di D'Aversa nel farlo debuttare tra i professionisti.

E pensare che, solo qualche anno fa, gli orizzonti sembravano ben diversi: "Quando giocava in Under 16 era alto solo 1,50m, tutti gli dicevano che non poteva fare il portiere". A parlare ai microfoni di gianlucadimarzio.com è Emanuele La Rocca dell'agenzia PRG Sports, che cura gli interessi di Seghetti.

"L'umiltà la sua forza. I compagni lo chiamano Ter Stegen"

Il suo viaggio parte da San Miniato, paesino di 28mila abitanti non molto distante da Monteboro, centro sportivo dell'Empoli, dove entra all'età di 6 anni. Qui fa tutta la trafila del settore giovanile arrivando poi, il 24 settembre, a chiudere il cerchio con l'esordio in prima squadra: "L'ho visto dopo la partita, era felicissimo. Era un momento che immaginava da tantissimi anni, lo ha sempre sognato. Una soddisfazione incredibile", racconta il suo agente. 

Entusiasmo alle stelle, ma mantenendo i piedi per terra. Jacopo sa come si fa: "L'umiltà è la sua caratteristica principale. - dice La Rocca - Una cosa che ha dentro, naturale. È un ragazzo genuino. Ha alle spalle dei genitori seri, con dei valori importanti sotto tutti i punti di vista che ora lo aiuteranno a restare nella normalità". A loro Seghetti ha dedicato la serata di Torino. "Sono venuti a vedermi nonostante ora debbano tornare a Empoli perché domattina lavorano". Il padre gestisce una rinomata pasticceria della zona, la madre è una ragioniera. 

Dentro lo spogliatoio, Seghetti si è fatto subito notare. I compagni lo chiamano Ter Stegen. Uno scherzo, per la somiglianza fisica. Ma con un fondo di verità: "Lui è un portiere moderno, ha delle ottime capacità tecniche con i piedi ed è molto bravo nelle uscite", racconta La Rocca. Oltre a questo, Jacopo cura ogni aspetto del suo gioco, anche a livello mentale grazie all'aiuto del performance coach Giuseppe Scalia, che lo segue ormai da diversi anni.

La Rocca: "In estate tante richieste, ma l'Empoli lo ha voluto tenere"

Lo scorso aprile, Seghetti ha firmato il suo primo contratto da professionista. Un attestato di stima e fiducia da parte della società, che ora lo ha lanciato in pianta stabile in prima squadra. "In estate c'erano tante squadre interessate a lui. - rivela La Rocca - Pensavamo potesse partire in prestito, c'erano delle trattative ben avviate. Durante il ritiro però mi chiamò il direttore sportivo Gemmi, che mi disse di voler tenere il ragazzo a Empoli. Lui e D'Aversa hanno visto qualcosa in Jacopo". Ora, con l'infortunio di Perisan, è lui di fatto il vice Devis Vasquez. 

Un presente da sogno e un futuro tutto da scrivere: "L'Empoli è una società con la quale si può creare un percorso di crescita importante per i giovani. Siamo già al lavoro con la dirigenza per mettere delle basi solide, nell'ottica di farlo crescere e restare sereno, ma anche di alzare l'asticella. Lui è un ragazzo che ha tutte le componenti, in campo e fuori, per fare cose importanti e raggiungere grandi obiettivi".

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