"Seba qui è il calciatore più importante", Andrea D'Amico racconta il Giovinco campione: re dell'MLS e icona di Toronto

Una luce immensa illumina e riscalda Toronto. È una scia di energia e velocità, una forza che annulla il freddo canadese. E che cancella le distanze. Sì, oggi l’Italia abbraccia l’America. “No words. Toronto, let’s celebrate”. Già, bastano tre lettere: MLS. E tutto diventa all’improvviso più bello, ma soprattutto italiano: semplicemente Seba. Sì, quella forza appartiene a lui, a Sebastian Giovinco: il piccolo eroe che ieri notte ha scritto ufficialmente la storia di un popolo. “E qui ci sono più di 1 milione di italiani. Tutta la nostra comunità si aspettava questa vittoria. In tre anni sono entrati nei PlayOff, la scorsa stagione hanno perso la finale e quest’anno sono diventati campioni. Si può dire missione compiuta. Sebastian è diventato il giocatore più importante dell’MLS fin da subito”, parola di Andrea D’Amico, semplicemente la persona che per primo ha creduto nel progetto Giovinco-MLS. Con passione, perseveranza e tanta voglia di stupire: “Giovinco appena è arrivato a Toronto è diventato miglior giocatore, miglior realizzatore e miglior assist man: è il calciatore più importante per la lega sul campo, ma non solo. E’ lo sportivo che, da quando è finita l’era di Beckham, ha dato più importanza al calcio americano. Ha dato una mano preziosa a fare entrare in una nuova dimensione”. E sono parole piene di emozione quelle che Andrea D’Amico – agente di Sebastian Giovinco – rivela ai microfoni di GianlucaDiMarzio.com.

Seba, l'MLS è tua


In MLS la magia di Seba disegna storie. Crea sogni. Diverte e trasforma giorno dopo giorno il calcio in qualcosa di unico. “Sono arrivato a Toronto da quasi tre anni e ci sono due cose che devo ancora vedere. Una sono le Cascate del Niagara. E ci andrò, alla fine. Ma prima, c’è qualcos’altro che voglio fare: devo vedere il Toronto FC vincere la MLS”. Dichiarò Seba in una lettera piena d’amore rivolta ai suoi tifosi quest’estate. Detto, fatto: perché adesso, Seba, la storia è tua. Il tutto in una notte che ieri, nella seconda finale in due anni contro i Seattle Sounders, si è tinta meravigliosamente di Red. “Qui tutti gli vogliono bene. Quando abbiamo fatto questa scelta assieme a Sebastian l’ho inserito in un gruppo di persone che potessero farlo sentire a casa. Sì è creato da subito un innesto non solo sportivo ma anche sociale. Di vita e sentimento”. Queste parole di Andrea D’Amico arrivano dal cuore. Questione di passione e lungimiranza. Dalla Russia – con un altro dei suoi assistiti Andrea Bochetti campione con lo Spartak Mosca – all’MLS con questa meravigliosa vittoria di Giovinco: un po’ come se fosse l’agente del disgelo. Ovviamente una definizione simpatica per colorare un’annata straordinaria per i calciatori italiani all’estero: “Anche se qui non sembra neanche di vivere all’estero. Sembra di stare in Italia. C’è una fantastica aria di casa. Qui ci sono tantissimi italiani di prima e seconda generazione”. Per un sogno che diventa realtà. Possono urlarlo forte adesso lì, i tifosi, la squadra e quel pizzico d'Italia rappresentata da Sebastian Giovinco che ha disegnato la prima rete dei suoi. Un assist per lui in questa finale conquistata in casa, davanti al proprio pubblico.




Una vita trasformata in un’incredibile sequenza di finte e dribbling. Insomma, ma come è possibile che nessuno riesca a fermarlo o a rubargli il pallone? In questi tre anni Giovinco ha imparato a sfruttare ogni spazio concessogli con un’infinità quantità di classe ed eleganza. Seba gioca in una realtà più articolata di quella dei suoi avversari. Lui pensa cosa molto prima degli altri, gioca come fosse nel futuro, fa cose quasi impossibili da replicare, se non da lui. E fa numeri:20 gol in 32 apparizioni totali nella stagione appena conclusa. Insomma, roba da… Nazionale: “Tutti i giocatori hanno come desiderio quello della Nazionale. Io però non ho mai sentito domandare agli allenatori il perché di recente non l’abbiano mai convocato nelle varie partite e manifestazioni. Bisognerebbe chiederlo ai CT, sembrano quasi delle domande tabù”, spiega Andrea D’Amico. Intanto il presente, fatto di Canada e un’aria davvero magica: “Sono venuto a Toronto nel 2007 e non c’era nulla. C’era soltanto un grande entusiasmo conseguente alla vittoria dei Mondiali del 2006: io venni qui con Rino quando organizzarono il Gattuso Day e ci fu davvero un’atmosfera incredibile. Un sacco di persone, sì, ma di movimento vero c'era poco. Adesso qui è cresciuto tutto, sempre di più. L’entusiasmo degli italiani ha creato un movimento importante a livello di lega ed organizzazione”. Perché l’MLS è sempre più una lega top. Organizzata, perfetta nella sua dimensione e desiderosa di abbracciare il mondo intero. Calcio, calcio e ancora calcio. Ma è stata proprio la semplicità di Sebastian a dare uno slancio definitivo a questa realtà. “Toronto per noi ha un sacco di significati - rivela D'amico, ecco cosa mi scrisse l’amministratore delegato della società quando Seba firmò:

"Devo fartelo sapere, sei uno degli uomini più onorevoli e lungimiranti con cui io abbia avuto il privilegio di lavorare. Andrea, sono così orgoglioso del fatto di aver contribuito a costruire questa lega con Beckham e Keane e Caesar. Ma sinceramente credo che noi stiamo per prendere una delle decisioni più importanti nella storia del calcio nordamericano. Io e te siamo d’accordo, il futuro del mondo è l’America del Nord. E io credo che abbiamo una possibilità di rendere il calcio lo sport più importante delle nostre nazioni. Ho la sensazione, come te, che questo giovane, Seba, abbia l’idea e la passione per fare qualcosa di straordinario. Come noi. E’una questione di famiglia. E i miei amici italiani mi hanno assicurato che Seba, Giuseppe e la famiglia saranno parte della più importante, vibrante e vasta comunità di tutto il Nord America. Ma la cosa più importante è che io sento di essere vicino ad una delle decisioni più lungimiranti ed importanti per il calcio. Stai certo che, nonostante la rilevanza di questa decisione, resterà tutto in famiglia.

Grazie per la tua idea. Per favore dillo a Seba, è un momento di splendore. Ci si vede. Ciao amico mio".




Molto più che un calciatore. Seba qui, adesso, è sempre più uno sportivo totale. Un’icona. Dal primo campo in polvere di Torino, nella sua infanzia fatta di solo calcio, dove per crescere e andare avanti l’unico ingrediente era un pallone, fino alla magia di ieri del BMO Field: “Lì dentro è stata un’emozione pazzesca a farla da padrona. Ieri è stata una lunga notte. Già la squadra aveva festeggiato con la vittoria della Eastern Conference. Poi Seba e i suoi compagni si sono calati subito nel clima da finale. Tutta la comunità italiana del posto si aspettava questo trionfo. La percezione di Sebastian ha dato una svolta totale alla lega americana, pronta a diventare sempre più un campionato di riferimento. Dopo la vittoria allo stadio è stato tutto organizzato in maniera perfetta. Infine i ragazzi hanno festeggiato nello spogliatoio: c’è stato un party organizzato dalla società vicino allo stadio e ognuno ha dato spazio ai propri festeggiamenti”.


Andrea D'Amico con Larry Tenenbaum, il proprietario del club


Nel mezzo, però, tutta la tranquillità di una vita in una dimensione unica: “Qui Seba è davvero felice. Abita nel centro di Toronto, lui stesso ha detto che il suo futuro è qui. Non solo come calciatore ma anche come uomo. Sebastian vive Toronto al massimo. Si cala quando può nelle varie realtà locali, dal basket agli altri sport. Ora se ne andrà a riposare un po’ al mare. Fin da primo anno si è immediatamente inserito benissimo. Vincendo l’MVP e conquistando un ruolo da trascinatore e modello. Ha saputo coagulare un progetto intorno a lui importante”. Dall’Italia al Canada,con talento amore. E con la sua famiglia, assieme a Shari e al figlio Jacopo. Un piccolo tifoso di un super papà: un attimo ripensare allo scorso ottobre, quando la Formica Atomica è andata sotto la curva per festeggiare. Insieme a lui c'era proprio Jacopo al quale è stato prestato un tamburo con cui a modo suo ha incitato ancora una volta i tifosi dopo quella serata già di festa per la vittoria. Un momento speciale di sicuro. "Gli è piaciuto", ha commentato lo stesso Giovinco su Instagram. Il tutto in una storia targata MLS che va avanti dal 2015, tre stagioni segnate da un escalation continua verso il successo: “L’anno scorso è stata davvero una sconfitta immeritata in finale per Toronto. La partita era stata dominata e condizionata anche dal terreno di gioco. Adesso invece vedere 45.000 persone in uno stadio così organizzato ci fa capire quanto la lega americana sia pronta a diventare una campinato di riferimento a tutto gli effetti. Qui l’entusiasmo e l’atmosfera sono a livelli pazzeschi. C’è un sentimento incredibile, fatto di un misto d’Italia e Canada. Sebastian si è integrato subito, anche perché le persone qui lo hanno fatto subito sentire a casa”. Giovinco allora ha risposto grazie col suo talento: creando cose meravigliose praticamente ogni partita. E adesso finalmente vincendo. Già, ‘No words Seba. Toronto, let’s celebrate’.
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