Un po' Eriksen e un po' Damsgaard: l'ascesa di Schjelderup, la nuova stella norvegese

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Affermarsi a grandi livelli a 17 anni nel mondo del calcio è già di per sé complicato, ma Andreas Schjelderup ha voluto rendere le cose ancora più difficili, fedele alla sua propensione ad accettare le sfide.

16 anni e 248 giorni per il suo esordio nel calcio dei grandi: un impatto devastante al Nordsjælland e il nome di Schjelderup finito in poco tempo sulla bocca di tutti.

 

Andreas Schjelderup il "predestinato"

Che Schjelderup abbia davanti a sé un futuro roseo è una certezza che in Norvegia hanno da tempo. "E' un giocatore molto speciale" ha detto di lui il suo attuale allenatore al Nordsjælland Flemming Pedersen, aggiungendo che: "se un giorno dovesse approdare in uno dei top 5 campionati europei, non mi sorprenderebbe". Un'investitura niente male per Schjelderup, merito dei paragoni scomodi che lo vedono spesso e volentieri accostato ad Eriksen e Damsgaard, ma con videogiochi e qualche hamburger di troppo che spesso costringono chi gli è vicino a richiamarlo all'ordine.

Doti tecniche al di sopra della media fanno di lui uno dei giocatori più promettenti del panorama calcistico norvegese, e nonostante la giovane
età non lesina mai in personalità. Sono un giocatore a cui piace controllare il gioco e il centrocampo. Uno che distribuisce palloni e prende il controllo. Potrei essere un po’ tranquillo nella mia metà campo, ma appena avanzo divento più forte, così Schjelderup in una recente intervista che pone in evidenza ancora una volta il carattere di un ragazzino terribile pronto alla ribalta.
  

Schjelderup, no a Bayern Monaco e Juventus

Gli estimatori della nuova stella del calcio norvegese di certo non mancano: ormai in pianta stabile nell'undici titolare del Nordsjælland, già gli inizi al Bodø/Glimt
promettevano più che bene. Schjelderup è infatti finito in poco tempo sul taccuino di diverse squadre. Dall'Inghilterra si è fatto avanti il Tottenham, dall'Olanda il PSV, dalla Germania il Bayern Monaco e dall'Italia la Juventus.

La risposta di Schjelderup? No, grazie. Sembrerà folle provare anche solo a capire il motivo di un rifiuto così netto a squadre di certo ben più attrezzate del Nordsjælland, ma l'intervento in conferenza stampa di Kjetil Knutsen, allenatore di Schjelderup ai tempi del Bodø/Glimt, spense ogni tipo retorica: ''Andrà via ma al momento non se la sente di sbarcare nel calcio che conta". Categorico, protettivo a dir poco nei confronti del suo diamante grezzo ma pronto a risplendere. La classica porta che si chiude ma con un portone pronto ad offrirgli altre opportunità. Quando? sarà il tempo a dirlo, ma di questo passo in un futuro non molto lontano.

Al Nordsjælland per continuare nel percorso di crescita

Col senno di poi, rifiutare offerte da club prestigiosi è stata una scelta che ha ripagato per il classe 2004: dal suo sbarco al Nordsjælland fu subito evidente a tutti che quel ragazzino aggregato alle giovanili era pronto per il salto in prima squadra. Otto reti in 11 gare nella cantera il biglietto da visita, un bottino che ha convinto in un non nulla Pedersen a concedergli un'occasione: a 16 anni il debutto in prima squadra e pochi mesi dopo la prima rete da professionista, il più giovane nella storia del club a riuscirci in Superligaen.

Fortuna o bravura sarà il dilemma che accompagnerà la stampa danese nei giorni seguenti all'exploit di Schjelderup. Bivio che in breve si tramuterà in risposta affermativa per chi inizia a domandarsi se ci si trovi in presenza di un possibile crack, quando il classe 2004 si conferma sette giorni più tardi con una doppietta, battendo un altro record in termini di precocità.

  

Ødegaard ed Haaland i modelli a cui si ispira, con il primo da sempre idolo indiscusso ed il secondo l'alterativa di lusso (passateci l'espressione) sul quale lo stesso Schjelderup ha dovuto "ripiegare". Colpa del cambio ruolo del classe 2004, partito come centrocampista e diventato attaccante a tutti gli effetti. Geniale intuizione di Pedersen che in conferenza stampa spiegherà: ''Ha tutto per diventare un bomber di razza, lasciatemi fare il mio lavoro".
Ed in effetti il suo lavoro l'allenatore del Nordsjælland l'ha fatto eccome: da inizio stagione sono già tre le reti in Superligaen in sette incontri, segno che coniugare capacità da centrocampista a quelle "scoperte" da attaccante può funzionare.

Un futuro ad altissimi livelli lo attende, sta a Schjelderup confemare quanto di buono si dice sul suo conto in una stagione, quella in corso, che dovrà essere quella della definitiva consacrazione.

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