Sassuolo, Duncan: "Devo tutto a un amico di famiglia, io volevo fare il giornalista"
Settimana di gloria meritatissima per Alfred Duncan. Il suo gol al Milan ha lanciato definitivamente la candidatura del Sassuolo a un posto in Europa e la sua tra i centrocampisti più interessanti del nostro campionato. "Era un calcio d'angolo rischiosissimo: al 50% perfetto, al 50% un contropiede per gli avversari" - ha dichiarato Duncan nel corso di un'intervista concessa a La Gazzetta dello Sport - "Ho visto il velo di Sansone e ho provato a tirare. Dietro avevo solo Magnanelli, che non è proprio veloce... Se avessi centrato un difensore, avremmo preso il contropiede. Un gol così bello non l'ho mai fatto". La sua storia è cominciata in Africa: "A otto anni i miei genitori mi hanno mandato in un collegio a due ore da casa. Dicevano che così sarei stato da solo e avrei imparato di più. Ero il più piccolo e vivevo soltanto lì dentro: dormivo, mangiavo, studiavo e giocavo a calcio. Nient'altro. Un amico di mio zio mi disse che potevo andare a giocare in Italia, mi aveva visto in una partitella per strada. La mia famiglia voleva che continuassi a studiare e io volevo diventare un giornalista, magari di politica o economia. Abbiamo provato ed è andata bene: mi ha preso subito l'Inter. E' stata la mia prima squadra: fino a 12 anni giocavo nel mio collegio con altre scuole".
Nella Primavera nerazzurra diventa il boss: "E' vero, Mbaye mi chiamava 'capo'. Vivevamo tutti insieme a Interello e quando gli altri facevano casino in salotto io li facevo stare in silenzio. Siamo ancora amici. Ricordo ancora i primi giorni nella mia famiglia italiana: mai avuto così freddo". Duncan si descrive: "Sono una mezzala sinistra, però devo migliorare tutto, in particolare la giocata di prima. Botte? Sono più quelle ricevute. Una volta ho messo su Instagram una foto di un fallo di Danilo, con la scritta 'uccisione 'confermata'. Magari non l'ha fatto apposta, però se mi prendeva bene mi spaccava tutto". Scudetto, chi lo vince? Duncan dice la sua: "Sono amico di Asamoah, quindi dico Juve. Napoli secondo e Fiorentina terza". Tra i divertimenti preferiti ce n'è uno in particolare: "I videogiochi e un drone. Lo uso per fare foto dall'alto e lo porto in campo. A fine allenamento, quando ci mettiamo a tirare le punizioni, lo faccio volare e registro, così a casa riguardo tutto. Il problema è che Consigli a volte lo mira e un giorno l'ha quasi preso".
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