Palla, corsa, risate: Juve, i primi dieci giorni di Sarri
Non è calcio semplice, ma è la semplicità del calcio. “Mettiamo subito il pallone a disposizione, si devono divertire”. Le parole non sono testuali, ma il concetto è quello. Quello di Maurizio Sarri. Sono in tanti a voler da subito usare la palla: lui ci ha provato un po' di più. Dieci giorni di Juventus alla Continassa, dieci giorni per rompere il ghiaccio con la squadra, per conoscersi, iniziando un percorso pieno di novità e curiosità. Al centro, il pallone che sin da subito l’allenatore bianconero alla sua grande prova in carriera ha voluto vedere in campo con i giocatori. Divertimento, carichi di lavoro pesanti ma senza eccedere. Per quelli, ci sono anche le prossime settimane. Un lavoro mirato a Torino, per cominciare nel migliore dei modi tutti insieme.
“La filosofia di calcio rimane la stessa, ma l'applicazione pratica richiede l’elasticità mentale di saperla modulare in base ai giocatori che si hanno in squadra. Non puoi cambiarli, o non saresti credibile”. Aveva detto così Sarri nel giorno della sua presentazione. Un altro punto chiave, figlio di quell’umiltà che lo ha portato a stringere immediatamente un rapporto speciale con i suoi nuovi giocatori. In questi giorni, i colloqui con i senatori del gruppo sono stati tanti: da Chiellini a Buffon, da Bonucci fino a Ronaldo. E sono stati importanti: si è parlato della gestione del gruppo, delle idee di calcio. Di quella, per esempio, di schierare CR7 a sinistra, per poi accentrarsi; o dell'insistenza nei passaggi in verticale, per velocizzare la manovra e arrivare il prima possibile davanti alla porta avversaria. Si è anche scherzato.
Il primo Sarri bianconero è stato descritto così: determinato, concentrato, molto piacevole. Alla parte atletica del mattino, si è subito affiancato il lavoro con il pallone: scambi con i compagni, giochi di squadra. Il miglior modo possibile per farsi conoscere, prima di volare per la tournée asiatica dove i carichi, tra una partita e l’altra, aumenteranno molto.
Nel mese in cui sono arrivati Ramsery, Rabiot, De Ligt, Buffon, in cui è tornato (tra i cori) Higuain, l’attenzione per Sarri è passata quasi in secondo piano. Ma ora tocca a lui: “Abbiamo l’obbligo del fardello di essere la favorita d’Italia”. Non vuole sbagliare. I tifosi lo aspettano. I giocatori, intanto, si divertono.