Sanchez non è mai abbastanza, l’Arsenal va sempre più giù: tra striscioni, aerei e polemiche
C’è un inizio e una fine. Sempre. Nella vita ma non solo, soprattutto nel calcio. Questione di cicli, esperienze e successi. Ma quando questi si trasformano in disfatte, beh: tutto può cambiare. Per credere, domandate ai tifosi dell’Arsenal. “All Good Things Must Come to an End”. Traduzione? Ok, si capisce. E lo sa bene, Arsene Wenger. Via con I numeri, dritti a al punto: quarta sconfitta in cinque partite di Premier. Sempre più giù. Roba bollente. E ora la doppietta di Craig Dawson e il gol di Hal Robson-Kanu amplificano la situazione. Anche il West Bromwich Albion si diverte a spese di Sanchez e compagni. A proposito: Alexis. Un altro tema caldo. Il cileno non è mai abbastanza. Oggi è stato lui l’autore del momentaneo pareggio, 18esima rete in stagione: ma il risultato è lo stesso. Un peccato, l'ex Udinese è il miglior cannoniere della Premier dopo Lukaku e Kane. Passato da ala sinistra a padrone del centro dell’attacco, al posto di Giroud.
Una polemica dietro l’altra. Anche per Sanchez, nonostante il rendimento. Beccato sorridere in panchina durante la disfatta con il Bayern Monaco. Clima teso a Londra. ‘Ridere? Meglio piangere’, mormorano i tabloid. I veri problemi, però, sono ben altri. Sì, l’allenatore. Un manager mai stato così lontano. Dubbi sul futuro? Tanti. Alla faccia dei 21 passati assieme a Wenger. Poco importano i titoli conquistati, 15 trofei tra Premier League, Coppe d’Inghilterra e Community Shield. Perché ora parlano i fatti: "È il momento peggiore della mia carriera all'Arsenal. Siamo in un brutto momento, come non ne avevamo mai vissuti in 20 anni”. Ammissione vera, sì. Parole amare dopo l’ennesima sconfitta. Ma i tifosi vogliono risposte, ansiosi di sapere cosa gli aspetterà: “Dove sarò l'anno prossimo? Entro marzo o aprile conoscerete la mia decisione".