Da San Pietroburgo a Budapest: il caso degli stadi affollati in Champions

Due immagini che stridono con la nostra realtà. A San Pietroburgo, seconda città più grande della Russia, c'erano circa 16mila persone alla Gazprom Arena per Zenit-Lazio. Qualche ora più tardi a Budapest, capitale dell'Ungheria, oltre 20mila tifosi hanno affollato le tribune della Puskas Arena nonostante la pioggia: in campo Ferencvaros-Juve. Stesso continente, l'Europa. Uguale competizione, la Champions League. Ma situazioni completamente diverse. 

In Italia da qualche settimana gli stadi sono tornati vuoti. Revocati anche i 1000 posti con cui si era provato ad assaggiare una fetta di parziale normalità. La verità è che il virus non ha avuto lo stesso impatto su tutti i Paesi dell'Europa e dunque la percezione che ha la popolazione è differente. 

Eppure la Russia conta 1.680.579 di casi da inizio pandemia: è il quarto paese al mondo per numero di contagi. Ma allo stadio si continua a tifare, più o meno distanziati e con le mascherine All'Ungheria è andata "meglio": sono 90.988 i positivi al Covid. L'Italia con 790.377 casi si prepara a vivere la seconda ondata, mentre le squadre del nostro campionato girano l'Europa giocando in stadi affollati. 

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