Monza, alle radici di Samuele Vignato: il “provino” al parco giochi, i viaggi in Brasile e il tributo di Galliani
Il primo gol tra i professionisti non si scorda mai. Soprattutto se ti chiami Samuele Vignato e sei il primo 2004 della storia a segnare in Serie B. Non ancora maggiorenne, già dai tempi in cui giocava al Chievo sembrava avere qualcosa di speciale ma per mamma Shèrida è ancora quel bambino che non faceva altro che giocare a pallone con il fratello più grande Emanuel, ora al Bologna.
“Samuele – ha raccontato ai microfoni di gianlucadimarzio.com - prima di cominciare a camminare, giocava già a pallone. Io e mio marito Davide lo tenevamo in piedi mentre cercava di imparare a fare qualche passo ma l’unica cosa che volevano fare era calciare la palla. I nostri vicini ce lo ricordano ancora oggi”.
"Al Chievo prima che avesse i denti da latte"
Un feeling quasi innato con il mondo calcio condiviso con il Chievo “prima ancora che avesse i denti da latte”. Samuele andava ancora alla scuola materna quando il club gialloblù stava organizzando un progetto e dei provini per l’annata del 2002 e un responsabile del settore giovanile, Loris Margotto, l’ha visto in un parchetto: “All’epoca era nella Pieve, piccola squadra locale della provincia di Verona, e Margotto abitava nelle nostre zone. Un giorno stava giocando nel parco giochi e Loris ha approfittato per fare due passaggi con lui. Calciava già benissimo di destro e di sinistro e quello è bastato. Dal giorno dopo ha cominciato ad allenarsi con il Chievo con i bambini di due anni più grandi”.
Il rapporto con il fratello Emanuel
Nelle giovanili c’era già il fratello maggiore, con cui ha sempre avuto un bellissimo rapporto: “Giocavano sempre insieme, quando mangiavamo si passavano il pallone sotto il tavolo. Sono uno il tifoso dell’altro e si danno sempre consigli a vicenda. E quando Totti confuse Emanuel per un dodicenne al suo esordio in A, il primo ad accorgersene allo stadio fu proprio Samuele. Mi disse subito che Francesco stava parlando con lui”.
I viaggi in Brasile e la standing ovation di Galliani
Shèrida è brasiliana e quando i figli erano ancora piccoli portava sempre la famiglia dove è cresciuta, vicino a Fortaleza: “Facevamo periodi lunghi in Brasile quando qui era inverno. Entrambi hanno preso molto dallo stile di gioco brasiliano e lo riconoscono. Erano sempre nel campetto del paese dove abitano i miei genitori e si allenavano tutto il giorno con i cugini e altri ragazzi, da cui hanno imparato tantissimo a livello tecnico. Uno di loro ha giocato nei professionisti, e molti altri della loro età lo stanno lo diventando”.
Samuele, tra i pro, conta appena 4 presenze, 2 con il Chievo e 2 con il Monza, e la scelta di andare in Serie B piuttosto che in club come Inter o Juventus sta tutta nella voglia di voler giocare il più possibile in prima squadra: “Avendo già giocato con la Primavera del Chievo in ruolo da protagonista (nel 2020/21 18 presenze, 14 gol e 11 assist) mi aveva detto che voleva provare con i “grandi” e aveva bisogno di qualcuno che gli desse lo stesso spazio che stava per cominciare ad avere nel Chievo”.
E, dopo aver lasciato in estate per forza di cose, la squadra di una vita a zero, gli sono bastati poco meno di 60 minuti giocati in due presenze per mettere a segno la prima rete tra i professionisti. Come al parchetto, palla sul destro, poi sul sinistro e gol. È bastato quello. E al termine della partita, negli spogliatoi è arrivata anche la benedizione di Galliani, che più di tutti l'ha voluto al Monza. Insieme ai compagni l’ha omaggiato con una standing ovation per questo suo primo traguardo raggiunto. Un gesto inaspettato per Samuele, che però l’ha riempito di gioia: con i “grandi” è solo l’inizio.