Sampdoria, Accardi: “Sottil non è a tempo, dobbiamo tutti dare di più”
Un punto nelle ultime tre partite, dodicesimo posto in classifica dopo 13 giornate di campionato: 13 i punti dalla promozione diretta (secondo posto occupato dal Sassuolo a 28 punti), 15 quelli dalla vetta (Pisa a quota 30), due quelli dalla zona playoff, ma anche solo due a tenere i ragazzi di Sottil lontano dalla zona playout. Sono questi i numeri della Sampdoria 2024/25, numeri che raccontano di una Sampdoria ancora alla ricerca di una propria identità e dei risultati per centrare l’obiettivo Serie A. Momento che, sosta per le nazionali alle porte, ha portato la società a scegliere la via del ritiro, con la squadra subito in campo a Bogliasco domenica dopo il ko col Pisa e blindata all’AC Hotel fino a data da destinarsi. Ieri la decisione, su indicazione del Responsabile dell’Area Tecnica Pietro Accardi in accordo con Andrea Sottil, di interrompere anticipatamente il ritiro, durato tre giorni. Accardi che questa mattina, nella sala stampa del Mugnaini ha incontrato la stampa per fare il punto sul momento attraversato partendo dal ritiro di questi giorni.
Sampdoria, le parole di Accardi in conferenza stampa
Sul ritiro risolutivo attuato dal club: “Il ritiro è finito perché non è stato punitivo, ma risolutivo. Era necessario confrontarci ancora di più, ed è quello che abbiamo fatto. Dopo Pisa io e l’allenatore abbiamo deciso di interrompere i permessi dati ai giocatori, poi confrontandomi col presidente mi ha suggerito il ritiro e di comune accordo abbiamo deciso di farlo. Sono stati tre giorni intensi, di confronto con la squadra ancora più diretto, perché sappiamo tutti che momento stiamo vivendo. C’è stata una presa di coscienza da parte di tutti, è una situazione che sicuramente non ci fa piacere, ma siamo sicuri di avere le risorse per ribaltare questa situazione”.
Accardi ha poi parlato della rosa. Dal ritiro all’inserimento dei nuovi giocatori arrivati in estate. “Nessuno sta rendendo come previsto? Quando ho deciso di venire alla Sampdoria sapevo a cosa andavo incontro, alle difficoltà che avrei incontrato: sia quelle iniziali sul mercato, sia durante il campionato. Poi uno spera sempre di non viverle, ma non è realistico. Quando i giocatori non rendono sono abituato a non dare solo responsabilità ai giocatori, ma anche di metterli nella migliore condizione per esprimersi. Non ho dubbi sul valore dei miei calciatori, ma devono fare di più. Cosa devono fare di più? Io mi prendo sempre le responsabilità, vivo con loro ogni istante, probabilmente anche io devo far capire di più determinate cose: non basta quello che stiamo facendo, il concorso di colpa è di tutti. Questo è quello che ci siamo sostanzialmente detti, ed ho la fortuna di avere una squadra responsabile, che lavora e che non è felice dei risultati e questo è importante. Il calcio non è una scienza esatta, se devo analizzare il lavoro fatto vi posso garantire che da parte di tutti c’è massima disponibilità e professionalità, probabilmente non basta, dobbiamo dare quel qualcosa in più che viene da dentro e che ti fa fare la differenza. L’atteggiamento non è stato perfetto in tutte le partite e l’atteggiamento dipende da noi. Probabilmente questo è un aspetto che è mancato, non in tutte le partite. Quando c’è stato sono arrivati i risultati. Questa è una cosa che non può più mancare, da oggi fino alla fine del campionato”.
Atteggiamento che è chiamato a dare Andrea Sottil, chiamato anche per questa sua caratteristica. “Fiducia a tempo? Il mister non è a tempo, gode della fiducia mia, della società e della squadra, sa anche lui come me che quello che si deve vedere oggi è un altro spirito. Per quanto riguarda il modulo, il mister aveva già idea di provare nuove soluzioni con il recupero di certi giocatori che per noi sono giocatori importanti, ma per condizioni fisiche non ottimali andavano aspettati. Sta lavorando più su un altro modulo (il 4231), ma non perché quanto fatto fino ad adesso è stato sbagliato. Le cose le cambi attraverso uno spirito diverso ed ecco che il modulo si valuta in base alle condizioni dei giocatori a disposizione. Più semplice iniziare con Sottil? Io sono il primo che commette errori, chi prende delle decisioni va incontro anche a degli errori. Su Pirlo abbiamo deciso di continuare per dare continuità ad un progetto tecnico non iniziato sotto la mia stagione, perché avevo visto una squadra organizzata che al di là delle lacune, aveva una sua identità. Chiaro che nel momento in lui in cui si fa un progetto e con una squadra costruita prima dell’inizio del campionato, ci si aspettava un inizio diverso, questo non è avvenuto e abbiamo deciso di cambiare. Ritorno di Pirlo possibile idea in caso di addio a Sottil? Non è un discorso di Pirlo o Sottil, è un discorso di fiducia e noi abbiamo fiducia in lui. Sottil ha trovato una squadra della quale non ha scelto i giocatori, ma prima di iniziare il suo lavoro ha avallato le scelte ed era felice di accettare. Sottil ha portato 14 punti in 10 partite: 4 vittorie 2 pareggi e 4 sconfitte, più il passaggio del turno in Coppa. Io non posso non essere contento del lavoro che sta facendo Sottil, ma è evidente che l’atteggiamento della squadra deve essere diverso al di là della squadra. Uno dei motivi per i quali abbiamo scelto questo allenatore è che le sue squadre hanno sempre avuto carattere, sono state tutte squadre cazzute, questo ci aspettiamo. Una Samp a sua immagine? Vogliamo una squadra che abbia la faccia di Sottil e la mia, che ho queste caratteristiche: quando una mia squadra non ha quelle caratteristiche mi faccio delle domande. Io prima di chiedere ai miei giocatori chiedo a me stesso”.
Dall’atteggiamento della squadra alla rosa troppo ampia. “Avere trenta giocatori da gestire può essere un problema, soprattutto in B dove hai 23 giocatori convicabili, il mister ogni partita deve lasciare 6 giocatori di movimento a casa. La cosa però che mi ha sorpreso di questi ragazzi è l’unione che hanno anche in queste situazioni, il mister è sempre stato chiaro con tutti. Ricordo Kasami che oggi sta giocando, inizialmente lui e l’allenatore di sono parlati e il ragazzo si è messo a lavorare e si è messo a posto. Ma avere così tanti giocatori può essere un problema: non potevo però risolvere tutti i problemi, io non ho la bacchetta magica. Serve tempo, che nel calcio però non c’è. In difesa manca un giocatore di esperienza? Vedo Romagnoli, Bereszynski e Ferrari - tutti di esperienza - che sapevamo dovevamo aspettare. Ora Ferrari sta meglio, in un pacchetto di una difesa a tre penso sia un giusto mix. Poi se ti vengono a mancare giocatori perché Ferrari ha messo più tempo a recuperare, Veroli anche, è chiaro che l’allenatore abbia dovuto fare delle scelte legate al momento”. Dalla difesa al centrocampo. “Manca una mezzala di gamba? Bellemo non è un play, ma un centrocampista a due che può fare la mezzala di raccordo. Se noi costruiamo un centrocampo a tre abbiamo 2 play, Meulensteen e Yepes, due mezzali tattiche come Bellemo e Kasami e 2 mezzali di gamba come Akinsanmiro e Benedetti. Non dimentichiamoci che abbiamo Vieira, che è un signor giocatore ma che ha problematiche. Abbiamo trovato Ricci, per questo abbiamo costruito questo centrocampo. Queste sono le motivazioni, innesti sul mercato? Al momento non pensiamo al mercato di gennaio, vogliamo dare la versione migliore di noi stessi, pensiamo al Palermo. Comunque a gennaio non ci saranno stravolgimenti”.
E sulla programmazione del club ha aggiunto: “La programmazione che inizialmente è stata trasmessa dal presidente è a lungo termine, visto il mercato fatto si sono alzate le aspettative. Mi allaccio al discorso che ho sentito sempre fare, sulle aspettativa e la pressione: chi non sa convivere con aspettative e pressione questo lavoro non lo può fare, questa è una cosa che voglio precisare. Ho sentito dire che Marassi è un problema, Marassi è la nostra forza, il nostro fortino e la nostra gente va trascinata. I tifosi sono stati straordinari, ora è il momento di restituirgli qualcosa. Oggi l’obiettivo è Palermo, oggi dobbiamo fare i fatti. Riavvicinare i tifosi alla squadra? - Sono d’accordo, anche perché io ho vissuto quegli anni lì: la tifoseria e la città erano vicine. Ricordo gli allenamenti dove i tifosi vedevano le sedute e ci trasmettevano la carica, vogliamo ricreare quel rapporto, ne stiamo parlando. Dobbiamo capire dove fare questa area, perché oggi c’è un centro sportivo, è un argomento che stiamo affrontando, vogliamo che succeda”.
Sul rapporto con la società: “Ho un rapporto fantastico con la proprietà che è Manfredi, poi c’è il braccio destro Messina, c’è totale sinergia, ci confrontiamo su tutto. Mercato fatto a quattro mani, ma mi sento di dire che io sono l’unico responsabile”.
Sul capitolo portieri. “Nella fase iniziale abbiamo perso Ghidotti che stava giocando per un infortunio serio, si parlava di due mesi di stop. Avendo Vismara e Ravaglia non ce la siamo sentita di continuare solo con due portieri. È nata l’opportunità Silvestri l’ultimo giorno di mercato e abbiamo deciso di chiudere per lui, come in tutti i ruoli anche il portiere sta diventando giocatore di movimento e gli allenatori cambiano anche di settimana in settimana. Ora è l’ora di Vismara, poi sta a loro mettere in difficoltà l’allenatore”. Sui singoli. “Difficoltà Tutino, cercato dalla Fiorentina per gennaio? Dell’interessamento della Fiorentina non so nulla, Gennaro lo abbiamo voluto fortemente perché crediamo nei suoi valori, crediamo in lui come calciatore, è il primo a non essere contento delle sue prestazioni. Caso Borini? Un conto sono le cose che si scrivono, un conto la realtà dei fatti. Qui non c’è mai stato un caso Borini, Barreca o Ricci. Qui c’è stato un allenatore con trenta giocatori che in base alla partita fa delle scelte, ma non c’è mai stato un caso. Abbiamo trenta giocatori da gestire e non è semplice. Rientro di Pedrola? Estanis sta meglio, sta crescendo ed è sempre più dentro. Ora ha una condizione tale per cui l'allenatore può anche pensare di schierarlo dall’inizio, ma lo deve scegliere lui”. Sulla possibilità di scorie residue della scorsa stagione. “Scorie dello scorso campionato non le ho mai percepite, il gruppo di lavoro è nuovo e non credo ci si sia trascinati le difficoltà”.
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