Sacchi: "Non è colpa di Mancini o Ventura. Il calcio italiano è fermo dal 2010"
Arrigo Sacchi ha parlato ai microfoni de La Gazzette dello Sport all'indomani della disfatta della Nazionale contro la Macedonia del Nord. L'ex CT ha analizzato i problemi che affiglono il calcio italiano ormai da anni.
"Non è colpa di Ventura e Mancini"
L'Italia fallisce, quasi cinque anni dopo l'eliminazione con la Svezia, un'altra qualificazione al Mondiale. Per l'ex allenatore del Milan e ex CT della Nazionale, Arrigo Sacchi, la colpa non può più essere attribuita solo agli allenatori: “Stiamo raccogliendo quello che abbiamo seminato negli ultimi anni. In Italia si parla tanto, ma con le parole non si risolvono i problemi. Serve una visione più ampia della questione. Nel 2018 era colpa di Ventura e adesso sarà colpa di Mancini: se continuiamo a ragionare non arriveremo da nessuna parte”.
"L'Europeo è stato un'eccezione"
Sacchi ha proseguito parlando dell'involuzione, anche a livello di club, che il calcio italiano ha avuto negli ultimi anni: “Quello che è successo contro la Macedonia accade sistematicamente da dodici anni con le squadre di club. È dalla Champions dell'Inter di Mourinho del 2010 che non vinciamo nulla in Europa. L’Europeo della scorsa estate è stata una meravigliosa eccezione di cui tutti dobbiamo essere grati. La Nazionale ci ha regalato un trofeo conquistato con merito e bel gioco, ma è stata un’eccezione, appunto, e non certo una regola. I club continuano ad investire su giocatori stranieri e anche i settori giovanili sono pieni di ragazzi che vengono dall’estero. Questo il vero problema”.
"I giocatori avevano paura"
Sacchi ha infine analizzato il match contro la Macedonia del Nord: "Mancavano giocatori in forma, questo è stato il problema principale. L’Europeo lo abbiamo vinto da eroi e ieri a Palermo di eroi non ce n’erano. Nella testa c’era anche un po’ di paura, di mancanza di sicurezza o di fiducia nei propri mezzi: possibile che tutti i tiri siano finiti alti? Sarebbe servita un po’ di concentrazione, determinazione e cattiveria agonistica in più. Non dobbiamo comunque dare colpe ai giocatori, loro hanno fatto il massimo e all’Europeo hanno compiuto un autentico miracolo”.
L'INTERVISTA COMPLETA NELL'EDIZIONE ODIERNA DE LA GAZZETTA DELLO SPORT