Rummenigge: "Io alla Juve? Mai. Con la Lazio partiamo favoriti"
Sei trofei tra 2020 e 2021, come solo il Barcellona di Guardiola era riuscito a fare. Il Bayern Monaco ha vinto tutto ciò che poteva vincere in un anno solare: Bundesliga, Coppa di Germania, Supercoppa di Germania, Champions League, Supercoppa Europea e Mondiale per Club. Un “rendimento incredibile”, come conferma Karl-Heinze Rummenigge ai microfoni del Corriere della Sera. “È qualcosa di eccezionale. Siamo contenti, orgogliosi – continua il Ceo dei bavaresi. Flick è arrivato nel novembre 2019 e ha acceso la luce nel buio”.
Un risultato reso ancora più importante dal momento che sta vivendo il calcio, tanto in Germania quanto nel resto del mondo. “Credo che la situazione sia simile un po’ ovunque. È difficile, perché la cultura e l’economia del calcio sono in sofferenza”.
Motivo per cui, secondo il tedesco, non è più possibile concedere dei contratti faraonici ai calciatori come quello del Barcellona a Messi. “Quando ho saputo dello stipendio che percepisce ho riso. Negli ultimi anni abbiamo sbagliato tutti, abbiamo speso sempre di più a favore di giocatori e agenti. Ora dobbiamo fare marcia indietro”.
Il Bayern affronterà la Lazio in Champions League, un avversario che i biancorossi non sottovaluteranno. “Siamo favoriti perché siamo i campioni in carica, ma non sottovaluteremo l’avversario. Ci siamo accorti della loro forza nella partita contro il Dortmund e in quella di domenica contro l’Inter”:
Ed è proprio l’Inter che l’ex calciatore nerazzurro indica come la favorita per la vittoria finale dello scudetto. “Mi sembra la squadra più stabile. Gioca bene, vince e non perde partite strane come in passato. Non devono essere troppo euforici, perché la strada è lunga”.
Rummenigge, che a fine anno lascerà il Bayern Monaco, commenta anche la possibilità di venire a lavorare in Italia. “Non so cosa farò il prossimo anno, forse mi serve una pausa. Se andrei alla Juve? La mia filosofia è che se hai giocato con l’Inter è impossibile passare ai bianconeri. Il cuore è solo uno”, conclude il tedesco.
L’intervista completa sulle pagine del Corriere della Sera