Rudiger: "Chelsea, sei stato tutto per me. Tuchel mi ha dato una nuova vita"

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La notizia è ormai di qualche settimana fa: Antonio Rudiger lascerà il Chelsea a fine stagione. Il difensore tedesco classe 1993 proseguirà la propria carriera in Spagna, con la camiseta blanca del Real Madrid.

Dopo 5 anni a Londra in cui ha vinto tutto (o quasi), il difensore ha deciso di salutare con una lettera affidata alle pagine di The Players' Tribune. "Non mi piacciono gli addii" ha esordito il tedesco. "Ma questo proverò a renderlo speciale, dal cuore". 

Chelsea, la lettera d'addio di Rudiger

Rudiger parte da lontano, da un aneddoto con protagonista Ngolo Kante e la sua infinita genuinità: alla fine più che le vittorie, Rudiger porterà nel cuore compagni di squadra e amicizie. "I trofei che ho vinto qui - sono belli, certamente. Ma ciò che ha reso il Chelsea un posto speciale sono le amicizie. Eravamo più che compagni di squadra. Tanti di questi ragazzi - Kante, Kovacic, Ziyech, Lukaku - sono miei fratelliha scritto il difensore.

Che poi ringrazia anche Tuchel per avergli ridato l'occasione di dimostrare il proprio valore: "È stata una rinascita per me. Ha fatto qualcosa da cui molti allenatori potrebbero imparare. È venuto da me e ha detto "Toni, parlami di te". Voleva sapere da dove veniva la mia aggressività e la mia fame. Ha chiesto di me, come persona. Quando Tuchel mi ha dato una chance, ero talmente motivato che non sarei mai tornato in panchina. Mi ero messo in testa di dare il 200% per questo club, per questo stemma".  

Una promessa che ha rispettato: la stagione 2020/2021 è stata una delle migliori della carriera di Rudiger, culminata con la finale di Champions disputata (e vinta): "È stata solo la ciliegina sulla torta. Quando abbiamo giocato contro il Real in semifinale dovevamo essere solo dei turisti. Abbiamo giocato come una vera famiglia. E alla fine sappiamo com'è andata... I turisti si sono presi la corona".

"Nella vita ho affrontato di tutto: povertà, discriminazioni, abusi, persone che dubitavano di me, persone che mi vedevano come capro espiatorio. Passare dal non essere in squadra a vincere la Champions League pochi mesi dopo? Come si può scrivere una storia del genere?"

Infine, il momento dei saluti veri e propri: "Lascio questo club con la morte nel cuore. Ha significato tutto per me. Anche questa stagione, con tutte le complicazioni, è stata piacevole. Il calcio è il calcio".

Poi, però, spiega anche le ragioni che l'hanno portato all'addio: "Sfortunatamente, le trattative per il rinnovo avevano iniziato a complicarsi già lo scorso autunno. Quando non hai notizie dal club da agosto a gennaio, la situazione si complica. Alla fine altri grandi club hanno mostrato interesse e dovevo prendere una decisione. Non dirò altro, perché, business a parte, non ho nulla di brutto da dire su questo club". 

Cinque stagioni e 132 partite dopo, è il momento di dire addio: "Il Chelsea sarà per sempre nel mio cuore. Londra sarà per sempre casa mia. Sono arrivato da solo, oggi ho una moglie e due bellissimi figli. Ho una FA Cup, una Europa League e una Champions League. E ovviamente, ho centinaia di ricordi che rimarranno con me per sempre".

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