Le verità di Ronaldo: "Da Berlusconi a Dida, dal mio peso ai consigli a Keko"

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Ieri attaccante – e che attaccante! – oggi presidente. Nel settembre 2018 Luis Nazario de Lima Ronaldo ha preso il 51% del Valladolid in Spagna: “Diversamente dagli altri – ha spiegato il brasiliano a Financial Times – sono stato un calciatore e so cosa pensano i giocatori, cosa vogliono e di cosa hanno bisogno”.

Ronaldo poi ricorda il periodo nel Milan e i consigli di Silvio Berlusconi: “Perché non segnate mai da calcio d’angolo? E’ così facile: state tutti fuori area, e quando arriva il cross entrate - racconta il brasiliano ripetendo la tattica dell'ex presidente - quando Berlusconi parlava tutti dicevamo ‘d’accordo, faremo così’, poi facevamo a modo nostro”. Retroscena rossoneri sullo sfondo.

Da consigliato a consigliere, ecco cos’ha detto a Keko che aveva sbagliato una facile occasione nella prima gara di Ronaldo da proprietario del Valladolid: “Quando sei davanti al portiere, aspettalo. Sarà lui a decidere per te dove tirare. Lui mi guardò e disse: ‘E’ facile dirlo per te”.

E Keko, effettivamente, non ha tutti i torti. Ronaldo faceva sembrare semplici le cose impossibili, ai tempi del Barcellona ha segnato uno dei più bei gol in carriera, contro il Compostela, partendo da centrocampo ha saltato mezza squadra avversaria e – neanche a dirlo – ha infilato il pallone in rete: “La settimana scorsa ero in un ristorante e un ragazzo un po’ più grande di me mi ha chiesto se mi ricordavo di quel gol. Dopo la mia risposta affermativa, mi ha detto che anche lui era lì. Era uno dei difensori”.

Il brasiliano ricorda quando Alex Ferguson lo definì grasso e gli preferì il Ronaldo di oggi, Cristiano: “Ci sono attivisti che difendono le persone di colore, i gay… Non ricordo nessuno che mi abbia difeso quando venivo definito grasso. Ma non mi interessa”.


Campione del Mondo nel 2002 in Corea e Giappone, svela la sua notte prima della finale: “Dopo pranzo andarono tutti a dormire, ma io non volevo. Cercavo qualcuno con cui parlare e chiesi a Dida di farmi compagnia. Mi accontentò. Avevo paura di stare di nuovo male”. Troppo fresco il ricordo di quel malore prima di Francia-Brasile nel Mondiale 1998.

L’ex attaccante ha ricordato poi l’organizzazione del Mondiale 2014 giocato proprio in Brasile, dopo la quale tante persone sono finite in manette per tangenti: “Finalmente adesso il popolo si è svegliato, sente che qualcuno lo ascolta. Bolsonaro? Non faccio nomi, parlo in generale. Ma ho promesso a me stesso di non farmi coinvolgere mai più. Spero solo per tutti che non ci sia più corruzione”.

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