Roma, Strootman: "Ora vogliamo la finale. Sorteggio? Rispetto per tutti, paura di nessuno". Monchi: "E' stata la vittoria di Di Francesco"

strootman_as987

Roma si è risvegliata dopo una notte bellissima. O, forse, non è proprio andata a letto. Troppo freschi ancora i tre boati dell'Olimpico, diventato teatro di una pagina di storia indimenticabile: "E' stata una serata speciale per molti italiani e, soprattutto, per tutti romanisti - racconta ai microfoni di Roma Radio Kevin Strootman - li ho visti festeggiare in tutti i modi, anche sopra i pullman. Ora non ci vogliamo fermare e puntiamo la finale". Un miracolo vero e proprio, anche se la gara di andata era stata troppo penalizzante sotto il punto di vista del risultato: "Dopo il 4-1 sembrava davvero difficile passare il turno - continua il centrocampista olandese - però anche noi avevamo la sensazione di non aver meritato la sconfitta. Due rigori non dati, due autogol. Insomma, meritavamo davvero di più e il 3 a 0 è stato fantastico". Ci ha sempre creduto la Roma, fin da subito: "Fin dal primo gol, che ci ha dato quel qualcosa in più. Siamo riusciti a segnare presto e a raddoppiare non troppo tardi. E' stata la partita perfetta, dove ciascuno di noi ha dato tutto. Dai giocatori in campo al magazziniere". Dall'altra parte le perdite di tempo di un Barcellona: "Che di solito vuole sempre fare la partita - commenta Strootman - mi ha sorpreso il loro atteggiamento, ci ha dato un segnale. Avevano paura e noi l'abbiamo sfruttata". Simbolo della gioia di tutto il popolo giallorosso è l'esultanza di Manolas, autore del gol decisivo: "Continua a dire che è stato lui a portarci in semifinale (Ride.n.d.r). Di solito, quando facciamo gol, si ferma a bere a metà campo. Questa volta ha fatto una corsa di 70 metri...". E adesso viene il bello, perché la Roma è fra le prime quattro d'Europa e può sognare la finale: "Ci saranno avversari forti, ma si gioca sempre per vincere e vogliamo arrivare fino in fondo. Ora c'è il derby, ma sicuramente dobbiamo arrivare in finale. Non ci basta quanto abbiamo già fatto. Abbiamo rispetto per tutti e paura di nessuno"


Ramón Rodríguez Verdejo. Per gli amici, Monchi. Uno che di miracoli europei ne ha vissuti tanti e che da ieri ne può vantare uno in più. C'è anche il suo zampino nella Roma che ieri ha distrutto il Barcellona di sua maestà Messi: "Sarebbe una bugia da parte mia dire che ci credevo al 100% - racconta il direttore sportivo dei giallorossi direttamente ai canali ufficiali del club- però dopo la sconfitta del Camp Nou ho parlato con Di Francesco ed entrambi eravamo d'accordo sul fatto che il risultato fosse bugiardo. Con la stessa partita dell'andata, senza autogol ed errori dell'arbitro, eravamo sicuri di avere una possibilità. Mi è capitata una cosa del genere con il Siviglia. Avevamo giocato in Europa League con il Betis, perdendo 2-0. Poi però ci abbiamo creduto e abbiamo passato il turno". Un popolo letteralmente impazzito di gioia, come lo stesso Monchi ha potuto tastare: "Sono stato l'ultimo ad uscire dallo stadio. C'era gente ovunque, tantissima anche sotto casa mia. Tutti scendevano dalle macchine per farsi una foto con me. Da lì ho iniziato a capire quanto grande sia l'amore dei tifosi per questi colori". Una partita in cui: "Siamo stati superiori in ogni ruolo, tanto che Alisson non ha fatto nemmeno una parata". Una vittoria che porta un nome su tutti: "E'stata la notte di Di Francesco. Ci ho parlato lunedì sera. Mi ha detto che la squadra stava lavorando bene e che lui voleva cambiare modulo. Anche io ero convinto che la squadra dovesse fare qualcosa di diverso. E' stato un rischio da parte sua, ma l'allenatore è questo che deve fare: prendere decisioni diverse da quelle che prenderebbero i tifosi. Basta essere convinti". Adesso una semifinale storica, che in pochi si sarebbero aspettati: "Chi spero di trovare? Il Siviglia ovviamente. Anche perché vorrebbe dire che hanno eliminato il Bayern (Ride n.d.r). Detto questo, beccare una squadra più forte del Barcellona penso sia molto difficile. Dobbiamo avere fiducia: con lavoro, unità e il sostegno dei tifosi possiamo arrivare dove vogliamo". Emozioni forti, a partire dal rigore poi trasformato da De Rossi: "Penso che l'arbitro abbia cambiato idea grazie al suo collaboratore. Piquè sarebbe dovuto essere espulso, per questo all'inizio ero un po' arrabbiato. Fortunatamente alla fine non ha influito". Una favola bellissimo, con De Rossi e Manolas decisivi. Loro, che all'andata avevano sbagliato porta: "Penso che sarebbe stato impossibile scrivere un copione del genere qualche giorno fa. Nessuno si sarebbe mai potuto immaginare una cosa così". Ora, però, la testa va al campionato: "Perché ci servono ancora dei punti per finire tra le prime quattro. E poi c'è il derby, non una partita qualunque". Con un occhio anche alla programmazione per la prossima stagione: "Non ci fermiamo mai, nemmeno quando finisce il mercato. Sono contento del lavoro del mio staff, stiamo lavorando molto. Non vuol dire che abbiamo già preso cinque giocatori, ma stiamo costruendo l'idea di squadra per il prossimo anno".


Google Privacy