Roma, Strootman: “Con il Barça per dimostrare di non essere arrivati ai quarti per caso. Io un leader? Non mi piace essere definito così”
Prima il Bologna, poi testa al Barcellona. Strootman è stato chiaro, per arrivare al massimo alla sfida con Messi e compagni è fondamentale prima la vittoria in campionato. Parla da leader l’olandese, anche se non gli piace essere definito così, come ha dichiarato in un’intervista rilasciata ai canali ufficiali della Roma: “Anche noi stiamo pensando alla partita con il Barcellona, ma per arrivarci bene dobbiamo vincere contro il Bologna. Sarà difficile, solo dopo potremo pensare ai blaugrana. Io preciso? L’infortunio ha cambiato un po’ il mio modo di allenarmi. Ogni tanto faccio un po’ troppo, voglio essere sempre troppo preciso. Ogni tanto mi prendono in giro, sia lo staff tecnico che i compagni. Quando stavo male con il ginocchio qualche dottore mi ha detto che non sarei più tornato a certi livelli, che non sarei riuscito nemmeno a giocare 90 minuti. Invece sono riuscito a giocare 80 partite al massimo e voglio sempre migliorarmi. Non arrivo mai in ritardo agli allenamenti, nemmeno 2 minuti. Ma in generale siamo tutti puntuali. Il nostro gruppo? Siamo molto uniti. Questo si vede quando le cose non vanno bene. A dicembre e gennaio quando non era un grande momento il gruppo stava comunque sempre insieme. Tutti parlano con tutti. Quando le cose vanno bene è facile dire che siamo uniti, ma nel nostro caso è successo anche nelle difficoltà”.
Il centrocampista giallorosso torna poi a parlare della sfida con il Barcellona: “Il sorteggio con il Barcellona? E’ chiaro che non volevamo prendere loro, ma quando arrivi ai quarti devi incontrare per forza una squadra di altissimo livello, anche Siviglia e Liverpool lo sono. Faremo di tutto per portare a casa un risultato importante in casa loro, qui con lo stadio pieno non si sa cosa può succedere. Vogliamo dimostrare che non siamo arrivati ai quarti per caso. Florenzi? Sta bene, è tornato in forma dopo l’infortunio, speriamo segni un altro eurogol, ma anche brutto va bene… Io un leader? E’ una parola che non mi piace tanto. Ho sentito tante volte quando le cose andavano bene che lo ero, mentre quando le cose vanno male non lo sono più. Io penso ad aiutare i miei compagni. Il nostro leader è De Rossi. Under? Ha ancora qualche difficoltà con la lingua, ma adesso ha iniziato a capire un po’ italiano. Sta facendo bene in campo e questa è una cosa che lo aiuta molto. Ha qualità enormi e può diventare importante per la Roma. Dice sempre ‘sì sì ho capito’, ma alla fine non ha capito niente (ride ndr). Alisson? E’ fortissimo, è un professionista esemplare. Vuole vincere sempre e non vuole mai prendere un gol. Spero rimanga tanto tempo con noi”.