Roma, non dimentichiamoci di... Dzeko. 39 gol in stagione e rinascita: analisi di una metamorfosi

Dalla leggenda alla realtà, a ciò che rimane. Al di là del #TottiDay: ciò che ha trasmesso è impossibile da raccontare, figuriamoci da scrivere. Bisognava viverlo. Stop. Ma cambiamo discorso e parliamo di ciò che resta e che ieri per forza di cose è passato in secondo piano: il secondo posto della Roma. La Champions League diretta. Il ventinovesimo gol di Dzeko in Serie A, trentanovesimo stagionale. Avete capito bene, TRENTANOVE. Perché al di là della vicenda Totti, il vero protagonista della stagione giallorossa è stato proprio il bosniaco. Altro che Edin ‘Cieco’: Dzeko ci vede benissimo. Per buona pace delle prese in giro sui social, ma soprattutto per i tifosi romanisti. È rinato, è diventato il capocannoniere della Serie A ed il miglior marcatore della storia della Roma per gol realizzati in una stagione. Piccola precisazione: avrebbe potuto segnarne anche di più ma... vabbé, che gli si può dire? Staremmo parlando forse di un extraterrestre. Questa metamorfosi però non è stata affatto un caso. Tutt’altro. È stata cercata, voluta. È passata attraverso quattro aspetti:

“Ora mi sento bene e posso dire che il vero Dzeko è quello di quest’anno”. Caro Edin, non c’erano dubbi. E, anche se ieri sono passati in secondo piano, i suoi gol hanno trascinato la Roma al secondo posto. Hanno avuto forse addirittura il potere di alleviare, seppur parzialmente, il sentimento di sconforto che da ieri attanaglia i romanisti. Rappresentano la realtà, una base da cui ripartire per il futuro. Quel futuro giallorosso da vivere per la prima volta dopo 25 anni senza chi è entrato definitivamente a far parte della leggenda.

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