Bomber con la "10" e la Roma nel cuore: alla scoperta di Zalewski
I Friedkin non mancano mai di guardare gli highlights della Roma Primavera. Ci tengono molto ai ragazzi del domani, anche perché in questo momento stanno dominando la classifica: primo posto a punteggio pieno dopo sei giornate, la Juventus l'ultima vittima a cui è stato rifilato un poker. Capocannoniere della squadra e del torneo è Nicola Zalewski, classe 2002 che Alberto De Rossi a inizio stagione ha trasformato da esterno sinistro a trequartista: "Sarai il nostro leader", gli ha detto, consegnandogli anche la maglia numero 10, che soprattutto da quelle parti pesa più delle altre. Brevilineo, rapido, bravo nel controllo e nel tiro con il destro, oltre all'uno contro uno: Nicola la indossa senza pressione, come dimostrano i sei gol segnati fin qui. Due alla Fiorentina, uno ad Ascoli, Genoa, Atalanta e Juve. E' rimasto a secco solo nel 4-0 alla Lazio, dove comunque ha mandato in porta Ruben Providence per la rete che ha dato via allo show.
Dal regime comunista all'Italia
Nome italiano, cognome polacco. I genitori sono di Lomza, una piccola città a 150 chilometri da Varsavia. Papà Krzysztof nel 1989 si rifiuta di prestare servizio militare per il regime comunista. Una scelta che lo costringe a fuggire dal paese, dove viene considerato un disertore. A due mesi dall'arrivo in Italia - ironia della sorte - Lech Walesa diventa il primo presidente eletto, svolta storica che porta il paese al riconoscimento di diversi diritti civili e umani. Nel frattempo però, insieme alla moglie Ewa, Krzysztof si è sistemato a Poli, piccolo comune di Roma. Qui Nicola a cinque anni gioca per casa, rompendo bicchieri e piatti con la palla fra i piedi. Passa giornate intere al campo dell'attuale Spes Poli, tanto da diventare la mascotte della squadra. Quello sarà anche il suo primo spogliatoio. Scarpini, calzettoni, magliette: immaginando Totti e Cristiano Ronaldo, i suoi idoli.
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Scoperta di Bruno Conti
Alla Roma è arrivato a nove anni. Giocava per lo Zagarolo. Durante un torneo a Borgata Finocchio ad osservarlo con occhi attenti dalla tribuna c'è l'osservatore Stefano Palmieri, mandato lì da Bruno Conti. Su Nicola ci sono le "big" del dilettantismo romano, come Tor Tre Teste e Lodigiani. Tuttavia, dopo la convocazione e il provino a Trigoria (Andrea Bernardini, suo allenatore allo Zagarolo, fa i salti mortali per assistervi dal vivo), Bruno Conti si avvicina al padre e parla chiaro: "Nel ragazzo vedo tanta prospettiva, ce lo lasci". Nicola e papà salutano dunque Poli e affittano una casa vicino al centro sportivo giallorosso, dove staranno per 5 anni, fino cioè alla fine del percorso scolastico del ragazzo, che lo scorso luglio ha conseguito la maturità scientifico/sportiva. Il suo primo allenatore è Pietro Donadio, che stravede per lui. Poi tutta la trafila con Maini, Nuccorini, Mattei, Fattori, Falsini, Piccareta, Toti e - appunto - De Rossi. Il tutto sotto lo sguardo attento di Baldissoni, sempre molto vicino alla famiglia. Impresso nel cuore un 7-2 rifilato alla Lazio con l'U17 al Centro Sportivo Melli. Segna un gol, fornisce un assist ed è il migliore in campo: "Zale in cattedra", titola il giorno dopo Il Romanista.
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La chiamata di Fonseca
Con la Polonia ha un ottimo rapporto. Da piccolo ci tornava con nonna Teresa, ora l'aereo lo prende da solo perché Zibì Boniek, presidente della Federazione, lo ha tenuto d'occhio fin da subito. Nicola ha iniziato a vestire la maglia della Nazionale dall'U15, poi ha proseguito con U16 e U17. Ha giocato - e bene - anche il Mondiale U20, affrontando avversari tre anni più grandi. Parte del suo cuore è comunque giallorosso. Una passione che gli è stata trasferita da Kristian, l'amico di sempre. Roma-Barcellona 3-0 il suo ricordo più bello da tifoso, in attesa di vivere certe emozioni da protagonista, in campo. Fonseca se lo è portato in panchina con Benevento e Cska Sofia, farà lo stesso nella gara di stasera contro il Cluj. A farlo sentire a casa ci ha pensato Lorenzo Pellegrini, al quale lo legano una sincera stima, affetto e la GP Soccer and Management, che assiste entrambi.
Tennis, Trastevere e i piatti di nonna Teresa
Oltre al calcio, gli piace il tennis. E' grande tifoso di Flavio Cobolli, fresco vincitore del Roland Garros Junior e suo compagno per tre anni alla Roma. Fra un allenamento e l'altro Nicola passa il tempo libero con gli amici di Poli. Adora Trastevere e le orecchiette con prosciutto cotto e gorgonzola che gli prepara nonna Teresa. E' molto affezionato alla sorella Jessica, di dieci anni più grande. Ascolta musica italo/spagnola. Su Netflix non si è perso una puntata di Suburra e La Casa di Carta. De Rossi e Fonseca i suoi due Professori. Tifoso giallorosso con la 10 sulle spalle: in attesa di scrivere un film. Il suo.