Mkhitaryan: "Mio padre idolo, Klopp psicologo. Pronti per il derby"

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Nel silenzio, come ama fare, si è preso la Roma. Henrikh Mkhitaryan è arrivato due estati fa dall'Arsenal. Dopo un buon primo anno, macchiato da qualche infortunio, questa stagione il giocatore armeno ha ritrovato un grande stato di forma. Il calcio per lui è una storia d'amore che nasce a sette anni, come ha spiegato in un'intervista rilasciata oggi su La Repubblica: "Ho iniziato quando avevo sette anni. Abitavamo in Francia, mio padre giocava lì. Poi si ammalò e tornammo in Armenia, a Erevan. Prima di morire mi ha indirizzato nella scelta di giocare a pallone: è stato il mio motore, il mio idolo, il mio motivatore". 

Il padre da bambino, Jurgen Klopp da grande: "Per me è stato uno psicologo. Mi ha aiutato anche a capire i miei errori, dicendomi che se uno dà tutto gli errori non contano. Con lui ho giocato al mio livello massimo". 

Adesso a Roma Mkhitaryan è felice: "Lo si vede da come gioco", dice. E venerdì c'è il derby contro la Lazio. Il primo Derby di Roma della sua carriera: "Ho parlato con i miei compagni, anche se non servono tante parole per spiegarlo. Siamo pronti per una battaglia". Rinnovo? "Presto ne parleremo". 

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L'Armenia è il paese in cui ha vissuto l'infanzia. Il paese per cui non si scorda di combattere. A modo suo, fa appelli e preghiere perché il conflitto nel Nagorno-Karabakh finisca il più presto possibile: "Quando è esploso il conflitto mi hanno chiesto di convincere altri giocatori a esporsi con un messsaggio di sostegno all'Armenia. Io sono contrario a queste cose: non posso chiedere di prendere posizione a persone che non conoscono la storia del paese. L'ho fatto solo io, con appelli di pace. È importante che il mondo si svegli".

L'INTERVISTA INTEGRALE SU LA REPUBBLICA

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