Roma, l'ora di Mert Cetin: dalla Serie B turca allo stupore dell'Olimpico
La Roma parla turco. Dopo Under ecco Mert Cetin. Due mesi di apprendistato per conoscere meglio la lingua e ambientarsi. Sosta obbligata poi per un’influenza acuta alle vie aeree e un problema ai denti. Poi alla prima occasione ha fatto vedere sprazzi conosciuti solo da chi poteva averlo visto in un video. Contro il Milan la sua occasione nel finale: dribbling su Leao per presentarsi con un briciolo di rischio, scivolata per mettere la palla in fallo laterale e una manciata di palloni recuperati. L’Olimpico lo ha accolto con stupore, quando tutti si aspettavano Florenzi, ecco Cetin, il difensore che si pensava dovesse andare in prestito per farsi le ossa e adattarsi al calcio italiano. Tre giorni dopo anche a Udine nel finale un'altra occasione concessa da Fonseca.
Un colpo alla Petrachi si diceva in estate, perché poco conosciuto, di prospettiva e a basso prezzo nonostante sia il decimo acquisto turco più costo di sempre in Europa. D’altronde erano in pochi quelli in grado di poter immaginare Cetin a Roma. Ventidue anni, giocatore del Genclerbirligi, squadra della capitale turca Ankara, che lo scorso anno giocava nell’equivalente della nostra Serie B. Dopo la partenza di Manolas, la Roma era alla ricerca di un leader nel reparto arretrato. Fonseca più volte ha tracciato l’identikit: “Difensore rapido e d’esperienza”, è lì che trapelava la confermata idea che non potesse essere il giovane turco tra le prime scelte giallorosse. Motivi anagrafici e di ambientamento ne hanno rallentato l'inserimento. Per questo è arrivato dunque Smalling a coprire la partenza del greco, con Cetin che si è fatto trovare pronto anche a causa dei tanti infortuni degli altri.
“Il mio idolo è Sergio Ramos, è vero. Ma io sono Mert Cetin e spero che in un paio d’anni si parli di me e si scriva il mio nome negli annali”. A primo impatto arrogante, a mente lucida ambizioso. Per chi come lui ha sempre sognato di giocare nel grande calcio europeo, quelli sono gli esempi da seguire. Cetin vuole diventare uno di loro. Con il lavoro sottotraccia a Trigoria, che Fonseca ha deciso di premiare.
“Grazie a tutti i tifosi per il loro appoggio, adesso è tempo di lavorare ancora di più”, così dopo il Milan. Più cauto e concreto, dichiarazione in linea con un percorso di crescita obbligato. In Turchia aveva anticipato i tempi, diventando uno dei punti fermi della sua squadra, l’uomo del discorso prepartita e dunque uno dei più carismatici nonostante la giovane età. In Serie A gli è stata richiesta pazienza. Gli infortuni ne hanno anticipato l’inserimento. Brucia i tempi Cetin e il colpo alla Petrachi, potrebbe diventare una valida alternativa a Manolas, sfidando il greco da titolare già sabato prossimo contro il Napoli.
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