I gol in A, Gasperini e l'Udinese. Mandragora si racconta: "Sogno in Azzurro"
Settimana scorsa l’eurogol in casa contro il Genoa, domenica la rete del 3-2 ai danni dell’Empoli: Rolando Mandragora sembra rinato nelle ultime settimane, e ora non vuole più fermarsi. La corsa del centrocampista dell’Udinese però parte in realtà da molto lontano, quando a malapena stava in piedi e a calcio giocava per le vie di Napoli.
“Le partitelle per le strade del mio quartiere sono il primo ricordo che ho legato al pallone, poi ho iniziato a seguire papà e zio sui campi di calcio e la strada è stata senza ritorno”. È nato a Napoli ventidue anni fa Rolando, in una città a cui è molto legato e dove fa ritorno ogni volta che può. È giovane, ma con la testa ben piantata sulle spalle e una maturità inaspettata in ogni risposta che dà.
Dentro e fuori dal campo. Se ne sono dette tante su di lui… ‘Sopravvalutato’, ‘Non vale la cifra spesa’ …ma le polemiche non gli interessano e le rivincite preferisce prendersele con la palla tra i piedi. E così fa da due settimane: a segno in due turni di campionato casalinghi di fila, autore di un’ottima prestazione a San Siro contro il Milan, non lo spaventa niente.
“Conta solo la professionalità nel nostro lavoro”, e non potrebbe essere in altro modo per un ragazzo cresciuto con il mito di Gerrard e Lampard (è per loro che il numero otto sulla maglia è imprescindibile, anche accanto al tre). Sta vivendo un periodo particolarmente positivo in bianconero Mandragora, ma anche in Azzurro le aspettative sono alte. “Vestire la maglia del proprio Paese è un onore, un sogno che appartiene a chiunque giochi a calcio. Alla mia prima convocazione in Nazionale maggiore non ci credevo: ero a Crotone e ho letto il mio nome tra i convocati di Mancini tramite social…”.
E a quella da titolare in Serie A? “Prima di un Genoa-Juve, con la squadra al completo eccetto Sturaro che era infortunato o squalificato, Gasperini mi comunicò che sarei sceso in campo dal primo minuto. Ero sconvolto, e a tranquillizzarmi ci hanno pensato Burdisso, De Maio e Bertolacci”. Su Gasperini, allenatore a cui è legato per questioni di esordio e di stima, racconta: “Il suo segreto è il lavoro continuo e costante, si concentra sull’aspetto atletico ed è per questo che ha fatto bene col Genoa e ha portato l’Atalanta a livelli incredibili”.
Non incredibili, ma Insuperabili, sono invece i ragazzi a cui si è legato a doppio filo Rolando Mandragora. Il giocatore è diventato da poco uno dei volti ufficiali del progetto di Reset Group che offre a ragazzi diversamente abili la possibilità di giocare a calcio. “Sono entrato nella loro famiglia da poco ma mi sono già affezionato a tutti quelli che lavorano per regalare a questi ragazzi la gioia di giocare a pallone come tutti”. Un giocatore completo e una persona con i piedi per terra Rolando, che però sogna in grande, quasi sempre a tinte Azzurre.