AIA, Rocchi: "Ho chiesto di non parlare degli arbitri nelle dodici ore successive alla partita"

Prima dell'inizio della seconda metà di stagione l'AIA, Associzione Italia Arbitri, ha organizzato una conferenza stampa per fare il punto della situazione, parlare con i giornalisti e chiarire alcuni dubbi. Presenti il presidente dell'AIA Carlo Pacifici, il vicepresidente Alberto Zaroli e il responsabile CAN Gianluca Rocchi

 

 

AIA, la conferenza stampa di Rocchi

Rocchi ha iniziato la conferenza prendendo le difese di tutta la classe arbitrale: "Più che ammettere gli errori cosa dobbiamo fare? Ci sono grandissimi prospetti in questo gruppo, ma quando investi nei giovani ci vuole tempo. Le insinuazioni sul cambio di designazione per Inter-Verona sono state girate all’ufficio legale dell’Aia perché adesso non sopportiamo più tutto".

 

 

Il designatore ha poi proseguito: "Sentiamo parlare di mancanza di rispetto ma il rigore poi non l’hanno sbagliato Nasca o Fabbri. Chiedo comunque ai tesserati di avere un atteggiamento diverso nei confronti degli arbitri e alla giustizia sportiva di essere davvero dura. Non possiamo essere noi i Carabinieri sul terreno di gioco e poi certa gente la rivediamo subito in campo. Il derby di Coppa Italia? In campo c'era uno dei migliori arbitri al mondo ed è stato insultato. Una cosa indecente. Guida è stato quasi aggredito a Salerno da un tesserato. Ora basta. Prendiamo esempio dalla Uefa, lì chi sbaglia paga caro". 

Rocchi: "Non parlare degli arbitri nelle dodici ore successive alla partita limiterebbe le polemiche"

In conclusione, Rocchi ha parlato della sua richiesta legata alle dichiarazioni degli arbitri e del VAR: "Quella di non parlare degli arbitri nelle dodici ore successive è una mia richiesta, sicuro, poi non dipende da noi. Non parlare degli arbitri nelle dodici ore successive alla partita vorrebbe dire limitare le polemiche del 90%. VAR? Lo stiamo sciupando noi come sistema. L'intervento deve essere per una cosa evidentissima, sfuggita all’arbitro, ma ora si chiede sempre di più l’intervento della televisione. Non è possibile rendere totalmente oggettiva una cosa soggettiva".

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