FIFA: le parole di R. Carlos e Geremi sulla riformulazione dei nuovi calendari internazionali

La FIFA è al lavoro per riprogrammare i calendari internazionali delle partite di calcio sia per le donne che per gli uomini. I calendari attualmente in atto scadranno nel 2023 per le competizioni femminili e nel 2024 per le competizioni maschili e c'è la necessità di rivederne la struttura.

 

 

Per riprogrammarli, la FIFA ha chiamato le associazioni membre e altre parti interessate come rappresentanti dei calciatori, alcuni club, leghe e confederazioni: questo per avviare le fasi di consultazione in vista della rimodulazione dei nuovi calendari. Durante le prime riunioni avvenute a inizio settembre, alcuni tra i rappresentanti dei calciatori, come Roberto Carlos o Geremi, hanno puntato l'accento sulla riformulazione degli appuntamenti annuali. Meno trasferte internazionali e più riposo: è la chiave per non mettere più a rischio la salute dei giocatori. 

 

Roberto Carlos: "Dobbiamo ridurre il numero dei viaggi"

Queste le parole di Roberto Carlos, divulgate anche sul sito web della FIFA: "Le prestazioni dei calciatori iniziano a diminuire dal momento in cui non hanno più tempo per riposarsi. Cosa propone la nuova idea della FIFA? Ridurre il numero dei viaggi. Ad esempio, le fasi di qualificazione durerebbero un mese. In questo modo, ogni giocatore può andare e avere tempo per allenarsi e giocare bene, riposarsi e tornare nel suo club. Questa è veramente una buona idea per i giocatori e per i club che pagano i calciatori per giocare al meglio in campo". 

 

Geremi: "Fare Europa-Africa è molto faticoso..."

Queste invece le parole di Geremi: "La maggior parte dei giocatori africani gioca per club europei, quindi quando sono convocati in nazionale devono viaggiare dall'Europa all'Africa e posso dirvi che è molto faticoso. Ovviamente, quando uno è giovane non realizza, ma fidatevi: si è stanchi dopo i viaggi. Ad esempio, quando viaggi dall'Europa verso l'Africa d'inverno, in Europa fa freddo e in Africa ci sono 40 gradi e questo sbalzo, col tempo, dà un impatto per la carriera, perché riduce il numero di anni in cui un giocatore può giocare con la sua nazionale. Quindi, è importante che adesso si trovi una soluzione per evitare di mettere a rischio i giocatori e la loro salute"

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