La famiglia, Di Francesco e il primo gol: come corre Sottil

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Ha scelto la testa per il primo gol in Serie A. Riccardo Sottil, che altissimo non è, se lo sente ripetere spesso da suo padre Andrea: “Provaci a saltare, che la palla la sai colpire bene”. Per questo, dopo la rete segnata al Crotone, ha mandato un grosso bacio verso la tribuna. Erano tutti lì: i genitori, Bianca, la fidanzata, ed Edoardo, il fratellino. Ha 15 anni, fa il difensore - come lo era papà - e gioca nei dilettanti, che purtroppo sono stati nuovamente fermati dal coronavirus. Si è consolato guardando Riccardo segnare il primo gol della sua vita in Serie A: “Hai visto come l’ho inzuccata?”, gli ha chiesto con il sorriso una volta uscito dallo stadio. Vivono tutti insieme adesso, hanno deciso di seguire Riccardo a Cagliari. La casa è vicina al centro e, allo stesso tempo, dista poco dai campi di Asseminello. Un punto strategico insomma, con papà Andrea - di mestiere allenatore - che al momento è senza panchina ma che, in compenso, scarrozza tutti. La mattina porta Edoardo a scuola, poi carica in auto l’altro e lo porta agli allenamenti. Per la patente, infatti, Riccardo se la sta prendendo comoda. Sta studiando, è solo questione di tempo. Un po’ come il primo gol in A, arrivato dopo 25 partite.

"Il futuro sarà tuo"

L’assist glielo ha fatto Zappa, suo compagno anche nelle Nazionali giovanili. Sono stati presentati lo stesso giorno a Cagliari. Entrambi sono passati da Pescara. Riccardo c’è stato per sei mesi, da gennaio a giugno 2019, in prestito dalla Fiorentina. Aveva esordito in Serie A a settembre, poi neanche un minuto con Pioli in prima squadra. Da lì la grande intuizione del suo procuratore Giuseppe Riso, che parla con il presidente Sebastiani. Quest’ultimo decide così di fare un grande regalo al suo allenatore Pillon, che lo aveva chiesto già in estate: “Guarda, che qui abbiamo un ragazzo molto forte”, lo aveva più volte ingolosito Maurizio Viscidi, coordinatore delle nazionali giovanili. Per Riccardo sarà un’esperienza fondamentale. La tristezza per i sei mesi in panchina lascia spazio ai suoi soliti occhi della tigre, che tanto inorgogliscono papà Andrea e mamma Monica. Entra in punta di piedi, inizialmente gioca poco. Poi, però, Pillon si innamora della sua intelligenza e del micidiale uno contro uno, tanto da schierarlo sempre titolare, anche nei playoff: “Resta umile e il futuro sarà tuo”, gli dice prima di salutarlo.

Decisivo Eusebio

A Pescara è nato Eusebio Di Francesco, vero motivo per cui Sottil è a Cagliari. Papà Andrea, una volta saputo che sarebbe stato il nuovo allenatore rossoblù, tira fuori il cellulare dalla tasca e fa il numero di Riso. Sa che per suo figlio l'ex Roma potrebbe essere l’uomo giusto al posto giusto. Adora come lavora con i giovani, stima Giulini e il suo progetto ambizioso: “Guarda, che ho già intavolato la trattativa”, gli risponde l’agente. Riccardo piace a tutti, ad Eusebio, al presidente e al direttore sportivo Carta. Tempo 15-20 giorni e arriva la stretta di mano definitiva. Quando il classe 1999 atterra all’aeroporto di Cagliari-Elmas, resta senza parole: ad attenderlo ci sono decine di tifosi, con tanto di bandiere e sciarpe. Invia subito foto e video nella chat di famiglia su WhatsApp: “Cavolo!”, esclama. In campo Di Francesco è un martello. Maniacale, proprio quello di cui Riccardo aveva bisogno. Studia da Joao Pedro, Pavoletti e Simeone. Si volta indietro e ammira Godin. Nessun mugugno per un passaggio sbagliato, solo consigli. Lo spogliatoio del Cagliari, in fin dei conti, è così: unito e familiare.

Ala pura

Il suo cartellino sarà della Fiorentina fino al 2024: “E’ stato un osso duro, ci abbiamo messo cinque mesi per arrivare a questo rinnovo”, le parole di Daniele Pradè, a gennaio seduto accanto a lui in conferenza. Il contratto è sicuramente appetitoso, ma Riccardo vuole giocare. A Firenze lo fa poco e in ruolo non suo, perché prima Montella e poi Iachini lo schierano quinto di centrocampo. Sa correre da una bandierina all’altra. Un conto, però, è farlo da solo; un altro con un terzino che si sovrappone e una mezz’ala accanto. Riccardo ha una corsa da esterno d’attacco puro, perfetta per il 4-2-3-1 di Di Francesco. E poi ha nell’uno contro uno la sua arma migliore. Emiliano Bigica, suo ultimo allenatore nella Fiorentina Primavera, ci rivede un po’ Overmars. Nella prima partita giocata con lui fa subito il fenomeno: gol e assist all’Atalanta di Barrow, Kulusevski e Bastoni.

Amore dei nonni

A riceverlo a Firenze dopo l’addio al Torino fu Mister Cioffi, da cui sono passati anche Zaniolo e Mancini. Lo tiene fuori nelle prime due gare: “Artista, guarda che domenica tocca a te eh”, gli dice prima della terza giornata a Livorno. Risultato? Doppietta e assist. Difficile, invece, il passaggio dagli Allievi alla Primavera. E’ egoista con la palla fra i piedi, totalmente assente in fase di non possesso. L’allenatore Federico Guidi usa tanto bastone e poca carota, non ottenendo però il risultato sperato. Un giorno i due si parlano per mezz’ora, durante la quale si dicono tutto. Fanno seguito sedute video e ‘lezioni’ personalizzate. Da lì Riccardo non si ferma più, per la gioia degli zii e dei nonni Carmine e Claudio, che non si sono mai persi una sua partita. Sono come il gatto e la volpe, discutono per ore perché sulle partite del nipote non la pensano mai allo stesso modo. Però domenica, dopo il primo gol in Serie A, avranno fatto un’eccezione. Si saranno guardati e commossi. Il loro Richi è diventato grande.

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