Redmond: "Mia mamma non vuole che mi tatui". E quella volta con Pep...
La scorsa stagione, indubbiamente, non è stata tra le migliori della sua carriera. Zero tatuaggi, tanta umiltà e il sorriso ritrovato dopo un brutto periodo che l'aveva costretto addirittura agli allenamenti con la formazione Under23 della sua squadra: Nathan Redmond è finalmente rinato. Quattordici presenze e due assist in stagione, le critiche di Guardiola sono ormai alle spalle: "Giocavamo contro il City, Sterling segnò il gol del vantaggio nel recupero. Pep non festeggiò, venne da me e disse che l'anno prima era rimasto stupito da come giocavo. E che, quel giorno, aveva visto in campo un altro calciatore"
Il periodo-no è poi passato, grazie soprattutto ad una svolta a livello mentale. "Mi sono detto: ok, hai fatto la stagione peggiore della tua vita. Ora ricominciamo, sia mentalmente che fisicamente", spiega Redmond al Daily Mail. Un ruolo centrale nella sua rinascita l'ha giocato soprattutto la madre, "la donna più forte che conosca. L'ho sempre considerata indistruttibile, anche se la perdita di un bambino, alla fine, è riuscita a piegare pure lei.
Mia madre mi ha fatto capire tante cose: che il calcio è solo un gioco, che io ero l'unico responsabile di ciò che mi stava succedendo. Ora so cos'è che conta veramente: essere vivo, svegliarsi al mattino, avere riconoscenza". Sua madre è, per Redmond, un punto di riferimento inamovibile. Tanto che, a 24 anni, Nathan non è ancora riuscito a fuggire dalle regole imposte da mamma: "Pochi tatuaggi? E' perché a lei non piacciono. Dice che, se me ne facessi uno, mi ucciderebbe. Eppure lei è tatuata!". E' un po' un controsenso, Redmond ha ragione. Però, fino a quando in campo le cose continueranno ad andare alla grande... meglio ascoltare la mamma.