Alla scoperta della Real Sociedad, prossima avversaria della Roma: dal settore giovanile alle cessioni da record

Programmazione, cura maniacale nella crescita dei giovani e un forte attaccamento alla propria terra: mischiate il tutto ed ecco che viene fuori il modus operandi della Real Sociedad, avversaria della Roma negli ottavi di finale di Europa League. Gioiello de La Liga e modello di sostenibilità per tutto il calcio europeo. Perché a San Sebastián, nonostante l’attenzione maniacale a far quadrare i conti, non si rinuncia all’aspirazione di vincere. 

La retrocessione nel 2007 e la risalita

Per capire da dov’è partito il tutto bisogna tornare al 2007. La Real Sociedad, dopo quarant’anni dall’ultima volta, retrocede in Segunda División. I txuri-urdin ripartono da zero. Bisogna ricostruire, partendo dalla dirigenza fino ad arrivare alla rosa. Passando, inevitabilmente, per il settore giovanile. Momento chiave: dicembre del 2008.

 

Il club di San Sebastián passa nelle mani di un nuovo presidente. Visionario, con lo sguardo rivolto al futuro ma soprattutto con il sangue basco: la rinascita passa da Jokin Aperribay. Neanche il tempo di arrivare che parte la rivoluzione. Spazio ai giovani, investimenti nel settore giovanile e un grande lavoro di scouting. Tempo due anni e mezzo e la Real Sociedad torna ne La Liga. Il tutto con una rosa di ragazzini.

Ah, sapete chi era il gioiello di quella squadra? Un certo Antoine Griezmann, rivenduto poi nel 2014 a peso d’oro all’Atletico Madrid. Ma andiamo avanti con ordine. Nel 2010, come detto, la Real torna in prima divisione. Nelle prime due stagioni ne La Liga, il club balla tra il 15º e il 12º posto. Una fase di transizione, che precede il vero exploit. Perché nel 2013 i txuri-urdin chiudono il campionato al quarto posto. Ergo, qualificazione in Champions League. La città di San Sebastián torna in Europa dopo dieci anni. 

 

 

Il ritorno in Champions e tante cessioni: da Griezmann a Illarramendi, passando per Iñigo Martínez e Claudio Bravo. Tanti fondi che entrano nelle casse del club basco, reinvestiti immediatamente nelle giovanili ma anche nella ristrutturazione dello stadio, oggi chiamato “Reale Arena”.

L’arrivo di Alguacil

La Real Sociedad, dunque, negli anni continua a crescere. Un progetto sostenibile, ma che punta a rendere il club il più possibile competitivo. In Spagna e in Europa. L’accelerata definitiva arriva nel 2018, quando sulla panchina si siede Imanol Alguacil. Basco, nato e cresciuto a mezz’ora da San Sebastián, con la Real Sociedad nel sangue. Un passato da calciatore txuri-urdin e una carriera da allenatore sempre con gli stessi colori addosso. Ha iniziato dalle giovanili nel 2011, poi tutta la trafila. Qualche parentesi da traghettatore della prima squadra c’era già stata, ma nel 2018 diventa ufficialmente l’allenatore dei “grandi”. 

 

 

Alguacil rappresenta perfettamente il popolo basco. È uno di loro. E proprio per questo è amato da tutti. Soprattutto dopo la vittoria della Copa del Rey nel 2020. La Real Sociedad trionfa contro il Bilbao e Imanol si presenta in conferenza stampa cantando come un ultras. Da traghettatore a condottiero, Alguacil sta facendo vivere a tutta San Sebastián un sogno.

Punta sulla cantera, dà fiducia ai più giovani e soprattutto gioca un gran calcio. Grande attenzione alla fase offensiva, sempre con l’obiettivo di far divertire i tifosi. Un progetto partito nel 2007, che non smette di svilupparsi. Oggi la Real Sociedad è un esempio per tutti.

La magia di Zubieta

Per capire il mondo della Real bisogna passare dietro le quinte. Nel laboratorio del club. Dove tutto nasce. Parte tutto dal centro sportivo di Zubieta, il cuore della squadra guidata da Alguacil. Qui avviene la magia, che porta il settore giovanile txuri-urdin ad essere il migliore di Spagna.

Nella formazione scesa in campo lo scorso sabato, ci sono quattro ragazzi cresciuti a Zubieta. Il resto viene dal mercato. Tutti investimenti, però, fatti con una logica precisa: sostenibilità a lungo termine. Lavorando in questo modo, i risultati possono solo che essere positivi.

 

Qualche esempio: Alexander Isak, arrivato in Spagna nel 2019 per 6.5 milioni di euro e rivenduto in estate al Newcastle per circa 75 milioni. Alvaro Odriozola, cresciuto proprio a Zubieta e rivenduto nel 2018 al Real Madrid per 32 milioni di euro.

 

I risultati del presente sono frutto del lavoro del passato. Terzo posto momentaneo in campionato, alle spalle di Barcellona e Real Madrid. In Europa League ha vinto il proprio girone, davanti al Manchester United, e ora negli ottavi affronterà la Roma. Il tutto con la seconda rosa più giovane de La Liga (24,9 anni), alle spalle solo del Valencia (23,8 anni). Dalle parti di San Sebastián si sogna in grande. Tra le big di Spagna c’è anche la Real Sociedad. 

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