Real Madrid-Barcellona, "el clasico” tra calcio, storia e politica
Storia, politica e pallone. Elementi che nel corso del tempo si sono sempre intrecciati e influenzati reciprocamente. Tra Real Madrid e Barcellona la storia è così da sempre. Questa sera al Bernabeu si gioca il clasico numero 184 nella Liga, dal 1929 a oggi. Poco meno di cento anni di sfide. Anche se la rivalità tra le due società ha radici molto più antiche.
Tradizioni e modi di pensare a confronto. Real-Barça è questo e molto di più. Lo insegna la storia, a partire da quella delle regioni dei due club. Castilla da una parte, Catalogna dall’altra. Ideali agli antipodi. Da sempre. Il politologo norvegese Rokkan su queste differenze basava la sua teoria sulle “cleavages”, ovvero le fratture all’interno delle società che sarebbero andate a influenzare la formazione dei partiti politici. In sintesi: centro contro periferia.
La storia di Real Madrid-Barcellona
Il Madrid infatti storicamente è sempre stata la squadra del potere centrale: dal re Alfonso XIII a Francisco Franco. A loro si deve il nome “Real”, dato che prima il club si chiamava solo Madrid Fc. Titolo reale che le merengues persero solo durante la seconda Repubblica e la guerra civile - durata dal 1936 al 1939 - tra repubblicani e nazionalisti. Vinsero i secondi e al Madrid tornò la corona.
Barca, “mès que un club” sotto ogni aspetto
Dall’altra parte il Barcellona, squadra simbolo di una città avversa allo stato centrale e in aria di costante rivoluzione. Anarchia al potere. I blaugrana rappresentano - oggi come allora - il catalanesimo in tutte le sue forme e sfaccettature. “Mès que un club” sotto ogni aspetto. Valori sociali e progressisti, sempre in difesa della Catalogna e della sua gente. In totale contrapposizione con il Caudillo e con i suoi ideali. Un dualismo infinito tra due anime della stessa nazione, che si è poi riversato anche nel calcio.
Molte cose nel periodo del regime dittatoriale di Franco, durato dal 1939 al 1975, non furono concesse né ai catalani né al Barcellona. Di esempi ce ne sarebbero tantissimi. Questione di nome, bandiera e identità. Il primo fu fatto cambiare fin da subito: Clùb de Futbol Barcelona. Fu quindi reso più spagnolo e meno indipendente, prendendo come modello il Real che era il riferimento del potere centrale. Stessa cosa successe con la bandiera catalana che fu infatti proibita e fatta rimuovere anche dallo stemma del Barça, lasciando solo due frangie a mo di bandiera spagnola. Altri tempi.
Le tradizioni e le differenze resistono ancora oggi. Questa sera la novità sarà il fatto che sia il Real di Ancelotti che il Barcellona di Xavi giocheranno con una maglia inedita: i padroni di casa giocheranno con la divisa in onore dei 120 anni del club, nera con i nomi in bianco, mentre il Barça vestirà la maglia gialla con strisce rosse in onore della Senyera, cioè la bandiera della Catalogna. Neanche a dirlo, politica e calcio ancora intrecciati. Real-Barca non sarà mai infatti solo una partita, ma molto di più. Ce lo insegna la storia.