"Quiricochooo!!!", la maledizione di Dybala sul rigore di Vidal

Nella notte la finalina di Copa America tra Argentina e Cile ha visto la squadra di Messi, espulso insieme a Medel nel primo tempo, vincere e dunque conquistare il terzo posto. Una partita che ha visto l’Argentina chiudere in vantaggio il primo tempo, con un gol anche di Dybala. Nella ripresa il Cile ha accorciato le distanze con il rigore di Vidal. 

 

 

 

Il centrocampista del Barcellona, si è incaricato della battuta, ma durante la rincorsa il giocatore della Juventus ha cercato di portargli sfortuna urlandogli qualcosa.

 

“Quiricochoooo!!!” ha urlato Dybala. Ma cosa vuol dire questa espressione?

 

Come molti dei soprannomi o modi di dire del calcio argentino, si perdono nel passato e nella leggenda. Si dice che Quiricocho fosse un tifoso dell’Estudiantes, squadra di La Plata. Negli anni ’60 questo tifoso era noto per non portare molta fortuna alla sua squadra, poiché ogni partita alla quale assisteva l’Estudiantes perdeva. Gli venne chiesto allora di non guardare le partite dallo stadio, ma accogliere le squadre avversarie, in modo tale da girare la sfortuna a queste.

 

In quella stagione del 1967 l’Estudiantes perse una sola partita casalinga quella constro il Boca Juniors, l’unica squadra che aveva una sicurezza privata in grado di non far avvicinare il tifoso ai propri giocatori. Ma l’Estudiantes riuscì a vincere il titolo, sicuramente anche grazie a Quiricocho.

 

Carlos Bilardo, giocatore di quell’Estudiantes, raccontò però una versione differente della vicenda. Quiricocho era un ragazzo che seguiva l’Estudiantes e per questo i giocatori di quella squadra lo adottarono come amuleto portafortuna. Quando però Bilardo andò ad allenare il Siviglia in Europa, si accorse che alcuni giocatori usavano quell’espressione per cercare di portare sfortuna ai giocatori. Espressione argentina tramandata fino in Spagna da Simeone e Maradona che in quell’anno giocavano a Siviglia. 

Così nella notte Dybala ha provato ad esorcizzare il rigore di Vidal urlandogli quell’espressione. Il risultato? Rigore segnato e malaugurio rispedito indietro. 

 

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