Quando il padre è troppo o... troppo poco. Da Enzo Zidane a Virgil van Dijk, 5 maglie senza cognome

C’è stato un tempo, e nemmeno troppo lontano, in cui sulle maglie da gioco c’erano solo i numeri. 1, 2, 3… e così via. A metà degli anni ’90 poi, almeno in Italia, ecco la svolta: giusto scrivere il nome di chi la indossa. Con una precisazione antica quanto lo stesso calcio: “La cosa importante, è il nome davanti alla maglietta, non quello dietro”. E di storie di maglie e calciatori, ne esistono di tutti i tipi. Basta accendere la tv per trovare esempi su esempi. Kevin Prince-Boateng che porta solo ‘Prince’, Aguero che accosta al proprio nome ‘Kun’ per quel soprannome – ripreso da un cartone animato giapponese – affibbiatogli da piccolo, Javier Hernandez che sceglie, praticamente per lo stesso motivo, ‘Chicharito’. Eppure, dietro alla scelta del nome da mettere sulla maglietta possono esserci storie difficili o eredità troppo pesanti. Andiamone a scoprire 5.






MEMPHIS DEPAY

Perché sulla maglietta di Depay c’è scritto Memphis? Il motivo è famigliare, con il calciatore ex United segnato in maniera indelebile dall’abbandono del padre all’eta di 4 anni. Un dolore troppo forte da perdonare, una cicatrice che non ha ancora smesso di bruciare. “Questo cognome non mi rappresenta, non ho alcun legame con esso”, ha dichiarato più volte.





DELE ALLI

Storia molto simile a quella di Dele Alli, abbandonato dal padre all’età di 13 anni e costretto a vivere in una casa famiglia per i problemi della madre con l’alcolismo. La scelta di mettere sulla maglia da gioco il proprio nome è una netta presa di distanza dal proprio passato: “Voglio un nome sulla mia maglietta che rappresenti quello che sono e come mi sento. Io non ho alcun legame con il mio cognome”.





VIRGIL VAN DIJK


Si resta ancora in Inghilterra, questa volta in casa Liverpool. Al centro delle cronache, ancora quel Virgil Van Dijk divenuto il più costoso difensore di sempre. Sulla maglia, c’è spazio solo per il nome. Il motivo? Raccontato dalla zio ai microfoni del Sun: Suo padre ha lasciato sua moglie e i suoi tre figli (tra cui lo stesso giocatore del Liverpool, ndr) e non è mai stato perdonato per questo. Si è risposato con un’altra donna, non è mai stato un buon padre. E’ per questo che van Dijk sulla maglia non usa il proprio cognome ma il suo nome. E’ la madre l’unico vero eroe della famiglia”.





ENZO ZIDANE

Storia diversa quella di Enzo Zidane, talentino ancora tutto da scoprire. Qualità indubbie, personalità… forte. La prima decisione una volta entrato nel mondo del calcio? Prendere le distanza dal papà Zizou. Estremamente complicato portare sulle spalle un cognome così importante, troppo grande l’eredità lasciatagli dall’ex Juventus. Per questo, sulla maglietta del classe ’95 c’è scritto solamente ‘Enzo’.





JORDI CRUYFF

Prima di Zidane jr, la stessa posizione era stata presa da Jordi Cruyff, figlio dell’indimenticabile Johan. Calciatore fino al 2010, ha sempre indossato sulle spalle il proprio nome. Come a dire: “Sono figlio di mio padre, ma non sono proprio ai suoi livelli”. Google Privacy