Non solo Cragno: tutti i 'tranelli' dagli undici metri
Nervi d'acciaio e un'esultanza che sta facendo discutere. Quagliarella-Cragno rinnova l'eterno duello dagli undici metri tra rigorista e portiere: scontro di sguardi e di intelletti, tensione da Mezzogiorno di fuoco, la palla che a volte può pesare come un macigno. Soprattutto in partite come Samp-Cagliari, di quelle che sembravano stregate per l'attaccante blucerchiato.
Merito di un super Cragno: dove non c'è arrivato con le mani, il numero 28 rossoblù ci ha provato con l'astuzia. Sforzo inutile, certo non il primo di una lunga tradizione di 'portieri provocatori' prima di un rigore. Da Dudek a Julio Cesar, ecco la nostra top 5. Con un'eccezione d'obbligo.
Grobbelaar vs Roma. Partiamo dal pioniere in materia. Roma-Liverpool, finale di Coppa dei Campioni 1984. Pruzzo risponde a Neal e fino al 120' il risultato non cambierà più: per la prima volta il trofeo verrà assegnato dai tiri dal dischetto. Nicol sbaglia il primo per i Reds, Di Bartolomei no. Poi sale in cattedra Bruce Grobbelaar. "Mi sentivo le gambe come due spaghetti flosci", racconterà in seguito il portiere zimbabwese del Liverpool. Era una finale anche per lui, dopo tutto. Ma con coraggio e faccia tosta, l'emozione diventa un'arma: sorriso beffardo, balletto grottesco sulla linea di porta, Conti e Graziani vanno in tilt. Palla due volte in curva e Liverpool Campione d'Europa. "34 anni dopo, sono ancora qui che rido". E Roma che ribolle di rabbia.
Dudek vs Milan. Benedette le lezioni della storia, calcio compreso. Così quando i Reds sono ancora in finale di Champions nel 2005, sempre contro un'italiana, Jerzy Dudek si ricorda del suo astuto predecessore. Attraverso il compagno Carragher, che gli suggerì di inventarsi qualcosa per distrarre i giocatori del Milan durante i rigori. Lo show del portiere polacco prima di ciascuna esecuzione è il colpo di grazia per Serginho, Pirlo e Shevchenko, già psicologicamente provati dal corso di quell'incredibile finale. 3-0, 3-3 e quindi il Liverpool che solleva la coppa nella notte di Istanbul. E di Dudek.
Pinto vs Maiorca. Siamo nell'arco dei novanta minuti e in semifinale, in Copa del Rey e non in Champions. Ma il rigore che costò l'eliminazione al Maiorca contro il Barça nel 2009 è diventato comunque memorabile. Merito di José Pinto, portiere di coppa dei blaugrana che nella ripresa sbarra la strada a Martì dagli undici metri. Con uno stratagemma inedito: "Guardami, io mi butto alla tua destra", fa segno all'avversario durante la rincorsa. Niente trucco, niente inganno: Martì calcia proprio dove indicato da Pinto, che infatti è sulla traiettoria. Viva la sincerità.
Julio Cesar vs Milan. Derby della Madonnina, 2012: sul punteggio di 1-0 per l'Inter, Ibrahimovic si presenta sul dischetto da grande ex. Il portiere del triplete nerazzurro lo conosce bene e cerca di innervosirlo. Perde tempo, si avvicina a Zlatan, gli dice qualcosa e lo saluta con uno sberleffo. Tutto inutile, come oggi per Cragno: lo svedese calcia alla perfezione e il Milan pareggia i conti. Ma cosa gli aveva bisbigliato Julio Cesar? "So che lo tirerai forte e centrale", rivelerà in seguito il brasiliano. Con Ibra però non si scherza.
Van Gaal vs Costa Rica. Come sarebbe, un ct portiere? Eppure, durante i quarti del mondiale brasiliano, lo stratagemma che mise fuori giri il sorprendente muro costaricano dal dischetto fu opera dell'allenatore olandese. La partita sta per finire 0-0 anche ai supplementari, e allora dentro Krul al posto di Cillessen. Un portiere per un portiere, uno più pararigori dell'altro. Umana e Ruiz sbattono su Krul, gli oranje sono infallibili e volano in semifinale. Tranello o intuizione tattica?