Prandelli: "A Firenze ero solo. Addio al calcio? Non è stata la depressione"

Cesare Prandelli è tornato a parlare della sua ultima esperienza da allenatore, quella sulla panchina della Fiorentina tra 2020 e 2021. L'ex commissario tecnico della Nazionale italiana oggi è in "pensione" proprio dopo la seconda avventura vissuta a Firenze. 

 

 Prandelli: "A Firenze mi sono portato sulle spalle tanti problemi"

Prandelli aveva già parlato di come il mondo del calcio l'avesse pian piano svuotato (LEGGI QUI LA SUA LETTERA D'ADDIO) e ospite di Radio Serie A è tornato a commentare quelle stesse sensazioni: "Quando accettai di tornare alla Fiorentina c'era il Covid ed era una situazione complicata anche a livello personale".

L'ex allenatore ha poi proseguito: "Mi sono portato sulle spalle tanti problemi, forse avrei dovuto limitarmi a fare l'allenatore e più andavo avanti e più mi rendevo conto che ero un po' solo. Non c'era condivisione sulla progettazione. Quando Quagliarella ha fatto gol in un Sampdoria-Fiorentina ho sentito un vuoto dentro di 4-5 secondi, mi è mancata proprio l'aria. Ho parlato con persone specializzate e mi hanno consigliato di staccare un po', sentivo il peso della responsabilità, un assillo mentale e un coinvolgimento totale che mi dava malessere ogni volta che entravo al centro sportivo". 

 

"Quando Dusan fece 3 gol a Benevento io mi sentivo ancora a disagio e la cosa è continuata per qualche giorno. Dopo la partita col Milan ho deciso di staccare ma non è stata depressione. Non ho avuto paura, anzi piano piano mi sono alleggerito. Molti altri allenatori mi hanno chiamato, mi hanno detto di aver provato cose simili e mi hanno consigliato di riprovarci in un'altra squadra, ma mi piaceva l'idea di chiudere a Firenze".

Prandelli ha poi concluso: "La Fiorentina mi è rimasta nel cuore, all'inizio ho fatto fatica a rivederla, ora la seguo con amore, ma non sono più tornato allo stadio. Ma sicuramente succederà".

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