Piscitella, leader del Prato...ricordando gli insegnamenti di Totti: ”Uno sguardo del Capitano valeva più di mille parole”
5 febbraio 2012: allo Stadio Olimpico si gioca Roma – Inter. Luis Enrique, allenatore dei giallorossi, sul risultato di 3 – 0, manda in campo un giovanissimo talento, che ancora deve compiere 19 anni. Quel ragazzo si chiama Giammario Piscitella e in pochi minuti si presenta al calcio italiano con numeri di alta classe ed un assist al bacio per il quarto gol di Bojan. “La Serie A ha scoperto un nuovo campione, quel ragazzo è un predestinato”, si legge il giorno successivo sui giornali sportivi di tutta Italia. Sei anni e due mesi dopo, quello stesso ragazzo, ha segnato uno dei gol decisivi per la sofferta vittoria del Prato contro la Giana Erminio, nel Girone A della Serie C. Qualcosa è andato storto? Gli dei del calcio con quel giovane non hanno fatto il loro dovere? Forse, ma le doti cristalline di Giammario Piscitella sono immutate e, all’Olimpico di Roma come al Mannucci di Pontedera, dove il Prato disputa le partite in casa, le giocate e le progressioni palla al piede dell’esterno offensivo fanno ancora sognare i suoi tifosi.
Così, l’oggi 25enne Piscitella, ripercorre le tappe della sua carriera ai microfoni di gianlucadimarzio.com:”Non dimenticherò mai il giorno del mio esordio in Serie A con la maglia della Roma. La sfida contro l’Inter era molto sentita e allo Stadio Olimpico erano presenti oltre 50mila spettatori. Quella settimana mi ero allenato bene con la prima squadra, ma non mi sarei aspettato nemmeno la convocazione, figuriamoci l’esordio”. Merito del suo impegno, delle sue innate doti e di Luis Enrique, maestro di calcio scaltro e lungimirante. “Il mister ha sempre dimostrato di credere nei giovani e quella sera mi dette un’opportunità incredibile. Lesse nei miei occhi che avrei potuto far bene e non si sbagliava. Ancora oggi lo sento spesso telefonicamente, siamo rimasti in ottimi rapporti e al termine di ogni nostra conversazione, prima di salutarlo, lo ringrazio una volta in più per quella occasione”. Il sogno realizzato di un ragazzo che vive ed ha vissuto per il calcio, uno di quei giorni impossibili da dimenticare. “Direi che è stato il giorno più bello della mia vita, ma in realtà è il secondo – sorride Piscitella - due anni e mezzo fa infatti sono nate le mie figlie, Asia e Zoe, e quella è stata senza dubbio la mia gioia più grande”. Già, perché Giammario nel frattempo si è fatto uomo e si sta caricando sulle spalle una squadra in difficoltà come il Prato per raggiungere una salvezza che, solo pochi giorni fa, pareva utopica. “La vittoria per 3 - 2 contro la Giana Erminio è stata fondamentale per noi – commenta – ha dato speranza all’ambiente ed è la dimostrazione lampante che il Prato è ancora vivo, che ce la possiamo fare”.
Cinque punti separano adesso i toscani dal Cuneo, l'avversario da agganciare per giocarsi la salvezza ai play-out. “Con il nostro organico non è accettabile arrendersi. Siamo una squadra molto giovane e forse abbiamo pagato un po’ di inesperienza, ma le nostre individualità ed il nostro moderno stile di gioco possono ancora tirarci fuori dai guai, ne sono certo”. Parole da leader, parole di uno che di strada ne ha fatta, parole di un uomo che ha condiviso lo spogliatoio con il giocatore italiano più rappresentativo degli ultimi anni, simbolo per eccellenza di carisma e leadership: Francesco Totti. “Come calciatore tutti conoscono la sua grandezza, ma chi ha avuto la fortuna di conoscerlo personalmente, come me, apprezza soprattutto le sue immense doti umane. Francesco ha fatto dell’umiltà la sua più grande forza, era sempre disponibile con noi giovani e pronto a fornire consigli utilissimi. Viveva per la squadra ed era il primo a metterci la faccia, ci sentivamo protetti da lui. Prima di entrare in campo, poi, era straordinario. Non parlava molto, ma un suo sguardo valeva più di mille parole. Ti guardava negli occhi e in un attimo avevi già capito tutto. Eri pronto come lui a dare l’anima per la maglia giallorossa”.
Dopo la Roma di Luis Enrique e Totti, Piscitella approdò nella stagione successiva in un Genoa di belle speranze, guidato prima da De Canio, poi da Delneri. “Scesi in campo sei volte nella prima parte di stagione. Non erano poche, ma purtroppo seguii inconsciamente qualche consiglio sbagliato e decisi di scendere di categoria per giocare di più”. In Serie B ha quindi vestito le maglie di Modena, Pescara e Cittadella, prima della pluriennale esperienza in Lega Pro che lo ha condotto fino al Prato. Stagioni altalenanti, lontane dai suoi palcoscenici naturali, in cui il grande talento che lo contraddistingue è emerso solo a tratti. Ma se la carriera di Giammario ha preso una strana rotta, “un percorso inverso” come dice lui, quei ricordi sono ancora vivi dentro al suo cuore e rappresentano la spinta e la forza per riprendersi sul campo le categorie che merita. “Lavoro ogni giorno per tornare a quei livelli. Intendo ribaltare la mia sorte con il lavoro ed il sacrificio quotidiano. Obiettivo dopo obiettivo, cominciando dalla salvezza con il mio Prato. Non voglio essere ricordato come una promessa mancata”. Il contratto con la Roma, che è ancora proprietaria del suo cartellino, scade tra pochi mesi: gli osservatori di Serie A e B sono avvertiti.
Giacomo Bernardi