Pisa, Repubblica... Marin
Correre dietro a tutti. Vincere contrasti. Cadere, ripartire, inserirsi e, all’occorrenza, segnare. Se chiedessero a Marius Marin cosa fa nella vita, forse risponderebbe così. Pisa è diventata la sua seconda casa, D’Angelo il suo mentore. Alla prima stagione in B, questo ragazzo romeno del ‘98 ha stupito tutti: 23 presenze, 3 assist e un gol, venerdì scorso contro il Cittadella. Segnato a modo suo, dopo l’ennesima rincorsa, dopo 90 minuti passati a macinare chilometri. “Ho chiuso gli occhi al momento del tiro. Un’emozione unica, peccato non averlo potuto festeggiare col nostro pubblico”.
Qualcuno in realtà c’era: curva “terrazza”, una ventina di tifosi distanziati e urlanti. Poesia di altri tempi e di un’Arena Garibaldi (o Stadio Romeo Anconetani) in mezzo alle case. Da lassù, sventolava bandiera nerazzurra. E si gridava il nome di Marius, soldato di un centrocampo dinamico e pensante, con De Vitis e Gucher pronti a sostenere Marconi e Masucci.
Marius giocò 120 minuti col cuore a mille. Era arrivato nell’estate precedente dal Sassuolo, che qualche anno fa lo aveva pescato dal Timisoara. La rincorsa di Marius partì da lì, dall’Emilia, che per lui è terra di approdo e mamma. Così si chiama la donna che l’ha messo al mondo ed educato alla vecchia maniera.
I sacrifici fatti da mamma Emilia sono stati ripagati: il suo bambino oggi riga dritto e corre verso la Serie A. Il Cagliari si è già fatto avanti, ma anche Torino e Verona lo seguono. In Inghilterra lo definirebbero un giocatore “box to box”, sgroppate e generosità. A Pisa se lo coccolano, dopo averlo riscattato dal Sassuolo. Lui continua a correre, perché di perdere occasioni non vuole saperne. Esattamente da quel pomeriggio in cui, a Bucarest, perse l’aereo per l’Italia. Destinazione Emilia. Poco male: ne prese uno il giorno dopo e in poche ore convinse il Sassuolo a puntare su di lui. Era troppo presto per esordire in A, oggi sembra questione di mesi.
Se arriverà quel traguardo, Marius lo festeggerà con Stefania, la sua metà. La donna che lo vizia con tiramisù e pasta al pesto, la compagna di gioie e delusioni. Come quella del 10 ottobre scorso, esordio con l’Under 21 della Romania: ingresso in campo al minuto 84, espulso sessanta secondi dopo per un brutto fallo. Eccesso di temperamento, altra lezione imparata. Anche in B, dopo il rosso di Crotone, ha cambiato marcia. E il Pisa corre al suo stesso passo. Aria di alta classifica, vecchio splendore: Pisa torna a sognare in grande. Anche grazie a lui, giovane leader silenzioso di una squadra che sembra una famiglia. Chiamatela pure Repubblica... Marin.
Foto credit Ufficio Stampa Pisa