Pirlo e Gattuso su Buffon: "Sta facendo qualcosa di incredibile"
Con la faccia rivolta verso la curva Nord guardava la sua gente. Come se volesse da loro buone notizie. Ha dato le spalle alla porta dall'altro lato del campo, nella quale Franco Vazquez stava per calciare il rigore contro il Venezia. Che fosse gol l'ha capito dal boato assordante del Tardini: dopo di che Gigi Buffon ha stretto i pugni e mostrato il ghigno alla folla. Lo ha rifatto con orgoglio da caporione anche al 90', quando l'arbitro ha fischiato tre volte e il suo Parma si è garantito l'accesso ai playoff direttamente dalle semifinali. Poi ha sollevato da terra il presidente Krause, lasciandosi andare in un abbraccio significativo. Gli ha fatto vedere che il calcio, alla fine, è questo: gioia dopo la sofferenza, sorrisi pronti a sciogliere tensioni che di solito precedono gli appuntamenti importanti.
E di appuntamenti importanti e tensioni Gigi Buffon ne sa qualcosa. Proprio per questo motivo ci si meraviglia di fronte al più grande portiere della storia del calcio che, nella notte di Berlino, ha coccolato la Coppa del Mondo e adesso 'soffre' per l'ultima giornata di Serie B. Perché Buffon è questo e quelle mani che il 9 luglio 2006 erano tese verso il cielo in segno di trionfo oggi sono le stesse che devono spingere il Parma in Serie A. Per chiudere un cerchio che, secondo due campioni del mondo come Rino Gattuso e Andrea Pirlo, potrebbe non servire ad allontanare dal campo Gigi.
"Secondo me continua - spiega Gattuso -. È incredibile quello che sta facendo questo signore. Ha la mia età e ancora si avvelena in campo per il suo Parma. Per me è veramente pazzesco. La cosa bella è che non si è mai arreso". Buffon ha raccontato durante una sua intervista come lui sia uno dei pochissimi a non scrivere quasi mai sul gruppo Whatsapp dei 'Campioni del Mondo' perché non ama parlare di quello che ha fatto.
Non gli piace parlare del passato perché gli provoca nostalgia. E la nostalgia lo distoglie dagli obiettivi: pensare a quello che è stato gli causa malinconia perché sente che il tempo passa. "Penso che abbia ragione - continua Gattuso - e fa bene a guardare al presente. È sempre concentrato, è positivo. Vi racconto questa: finale di Coppa del Mondo, siamo partiti in pullman dal ritiro di Duisburg per andare a Berlino. Pioveva e io e Gigi eravamo vicini di posto. Quando siamo arrivati allo stadio abbiamo visto la Francia in campo. Si stavano allenando concentratissimi. Fisicamente erano impressionanti, sembravano dei giganti. Avevo notato questo e per un attimo sono rimasto in un silenzio di riflessione. Fino a quando non è stato rotto da un vocione tonante: 'Rinone, stai tranquillo. Non ti preoccupare che domani ce li mangiamo'. Era Buffon. Mi ha trasmesso una grande sicurezza. Poi sapete tutti come è andata a finire. È ancora così, per questo motivo mi sento di dire che continua".
È così anche per Andrea Pirlo: "Se il Parma andasse in Serie A sarebbe un lavoro finito bene. Lui ci ha sempre creduto tantissimo - ha detto l'ex centrocampista della Nazionale. Ma vi avverto: non è detto che smetta dopo (ride ndc)". E c'è da fidarsi se lo dice lui, legato a Buffon da un rapporto di amicizia quasi trentennale. "Per me Gigi è come un fratello, abbiamo cominciato a giocare insieme nel 1995, nelle Nazionali giovanili. Ci lega la vittoria più bella della carriera: la vittoria della Coppa del Mondo. Per come lo conosco, vi posso dire che Parma per lui è casa, tranquillità. È dove ha iniziato a coltivare il suo sogno. Ci tiene da sempre a questa causa. Fino a ora hanno fatto una buona rincorsa, ma il campionato è finito e adesso comincia un'altra corsa. I playoff sono da considerare una cosa a parte".
A cura di Guglielmo Trupo